Artisti mancati

01.03.2014 15:10

Mamma mia…ma allora era un pubblico di fenomeni!!!

 

Sono passati diversi anni da quei tempi, ma abbiamo ancora ben stampate nella mente certe performance. Alcune le abbiamo già raccontate, altre le descriveremo in questo capitolo. I personaggi di cui abbiamo parlato nei precedenti episodi, fanno parte di una specifica categoria, quella degli “artisti”. Alcuni di essi fanno della musica la loro ragione di vita, il filo conduttore, un metronomo che scandisce ogni momento della giornata, magari hanno anche un impiego “normale”, ma il fatto di salire su un palco ed esibirsi davanti ad una platea, piccola o grande che sia, è fondamentale, è il motivo che spinge ad andare avanti, per cui vale la pena fare sacrifici inumani…provate a pensare di andare a letto quasi regolarmente alle 4 o le 5 di mattina e svegliarvi alle 7 per marcare un cartellino…non so in quanti resisterebbero. Ma la passione per la musica, come succede per altre passioni, fa apparire leggeri anche dei pesi massimi, fa sopportare anche le pressioni più estreme. Poi c’è un’ altra categoria, che potremmo definire degli “ artisti mancati”. Questi ultimi sono, con tutta probabilità, ancora più singolari perché, se nel primo caso ci si aspetta una certa prestazione, cioè, se uno bravo a suonare la chitarra esegue un brano con la chitarra, lo si applaude e si apprezza il suo talento ma…non ci si stupisce più di tanto…è quello che sa fare!!!. Ma se una sera  arriva sul palco un personaggio che normalmente non canta, non suona e sta alla musica come Giampiero Galeazzi sta  alla danza classica, prende il microfono e comincia ad esibirsi con un suo personalissimo stile, si rimane perlomeno basiti, con quella sfumatura nello sguardo che vuole dire : “ Ma questo da dove cavolo è saltato fuori??” . Ecco, di questi artisti “inconsapevoli”, ne abbiamo incontrati diversi, tutti, a loro modo, originali. Alcuni, però, hanno lasciato una traccia più marcata e meritano una breve citazione. Come non ricordare, ad esempio, il mitico Baraca Joe!!! Tralasciamo volutamente il suo vero nome, non perché non lo sappiamo…infatti, anche se ci si vede poco, siamo in contatto su Facebook, ma perché il nome ha poca rilevanza dato che tutti lo conoscono con quel soprannome. Baraca Joe era ( usiamo l’imperfetto perché non sappiamo se è ancora così…ma qualcosa dentro ci dice di sì!!), un ragazzo come tanti… se fosse rimasto a sedere tra il pubblico!!!. Invece, ogni tanto si alzava e veniva a cantare con noi. Descrizione dell’elemento: fisico robusto, solitamente aveva un vestito composto da giacca, camicia, pantaloni con orlo alto, alla caviglia, come i giovani di oggi, (ma erano gli anni 90…forse voleva anticipare le tendenze di moda!!) sembrava avesse l’acqua in casa, capelli scuri ben pettinati, e due belle guanciotte da ragazzo di campagna, che facevano da cornice ad un sorriso schietto e aperto. Ma, la figata, era una sottile bottiglietta di metallo, contenente un non ben identificato superalcolico, che teneva nella tasca interna della giacca e, di tanto in tanto, estraeva per farsi un cicchetto con lo stesso stile di quei vecchietti sulla sedia a dondolo davanti al saloon nel Far west. Baraca Joe aveva il suo cavallo di battaglia: “La fera ed San Lazer” una filastrocca bolognese cantata da Guccini, che lui, però, interpretava in maniera davvero originale. A parte il testo, che qui e là veniva ritoccato con termini che, per decenza, non possiamo riferire...era la sua postura che cambiava appena iniziava la strofa. Infatti si inarcava in avanti e, cantando, faceva dei movimenti del corpo sincronizzati col testo, che, nel complesso, davano la sensazione che fosse stato colpito da una improvvisa paralisi spastica!!! Il pubblico era in delirio e tutti aspettavano per cantare insieme a lui le parole del finale, quelle dove la “brota vciaza” sfoga i suoi istinti più intimi su un paracarro…standing ovation generale…degna del miglior Pavarotti nella celebre aria del Nabucco!!! Oltre a Baraca Joe, un altro personaggio veniva regolarmente ad allietare le serate del Beautiful: Giuliano. Fisico asciutto e atletico, jeans e camicia, sguardo furbo e sorriso luminoso, capelli che ancora si illudevano di trascorrere un sereno futuro fatto di schiumosi “sciampi” e passate di pettine, ma che, a guardare bene, avrebbero presto lasciato quella testa per intraprendere una vita propria…Giuliano cantava: “ La suocera Camilla”, un allegro valzerino pescato nell’ ampio repertorio romagnolo, che raccontava le avventure di una bella signora per nulla rassegnata al trascorrere degli anni, la quale, fregandosene altamente di ciò che asseriva la sua carta d’ identità, si ostinava a vestirsi da ragazza moderna e a passare le serate in giro nelle balere per dare ancora una vaga speranza ad arzilli consumatori di pillole blu e coronarie a rischio. C’era una frase all’ inizio di questo brano:” è la mamma di mia moglie…” che Giuliano, forse inconsapevolmente o di proposito, cambiava con: “ L’è c’la vaca di mia moglie…”. Non abbiamo mai capito perché…considerando che non fosse ancora sposato e che la canzone parlasse di una suocera…forse aveva mescolato i ruoli o forse a lui piaceva cantarla così…comunque la interpretava alla grande, come un vero cantante di un’ orchestra spettacolo della Romagna, prendendosi tutta la scena con i movimenti cadenzati tipici dei professionisti del liscio. Un’ altro personaggio che, nostro malgrado, ogni tanto calcava quel palco, era Paolina. Nome da donna ma era un ragazzo, che si faceva chiamare così. Aveva un marcatissimo atteggiamento femminile, persino troppo accentuato. Non alto di statura, fisico normale, per il suo modo di fare poteva essere paragonato ad un Leopoldo Mastelloni de noartri…Un Ivan Cattaneo più giovane!!! Quando parlava aveva una voce profonda, alla Amanda Lear, e un unico e costante argomento…il sesso!!! Per quei tempi era uno veramente avanti, infatti lui faceva outing tranquillamente anche con chi non conosceva, senza problemi…va beh.. non ci voleva certo un genio per capire da che parte della sponda stava!!!! E ci provava con tutti, elargendo sguardi languidi, toccatine e complimenti provocatori. Sul palco era difficilmente gestibile. Come potrete immaginare, la sua passione era Renato Zero, ma la scintilla che lo faceva scattare era “Il triangolo”. Sulle note di questo brano cominciava a dare spettacolo. Microfono in mano, passeggiava sul palco imitando il Re dei sorcini, accarezzando con la mano qualcuno del pubblico, o strusciandosi vicino ai musicisti. Chris, essendo fermo alla tastiera, era, naturalmente, la sua preda preferita e, Paolina, con moine inequivocabili cercava continuamente di distogliere la sua attenzione dai tasti…sempre al limite. Una sera è andato oltre…si è avvicinato al musicista da dietro e lo ha baciato viscidamente sul collo…la musica si è fermata di colpo e Giulio, con un anticipo degno di Gentile su Zico nei Mondiali di Spagna, lo ha preso e portato via dal palco, salvandolo da una sicura frattura del setto nasale. Non abbiamo mai capito, però, una cosa: Paolina asseriva di essere gay, ma era sempre circondato da ragazze e se le spupazzava e palpeggiava in tranquillità, con le mani che sembravano i tentacoli di una piovra che andavano ad appoggiarsi su qualsiasi morbida protuberanza per verificarne la consistenza anatomica… Ci era o ci faceva? Non lo sapremo mai!!!!

Contatti

Chris e Giulio 335 5350540 Chris
335 8380431 Giulio
nat251262@gmail.com