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Voi avete scritto anche un inno ufficiale Inno della Reggiana ...come è successo?
Beh, possiamo dire che tutto è nato da una sorta di sfida che ci è stata lanciata nella casa di un imprenditore a Villalunga, una di quelle situazioni che nascono con una frase buttata lì quasi per scherzo e che invece, dopo un pò, diventano una cosa seria.
Come abbiamo già raccontato in un'altro episodio del blog,ogni anno, una domenica d’estate, nella villa di questo signore, veniva organizzato un pranzo collettivo, nominato la Festa di Jaky, per ricordare un amico prematuramente scomparso. Nel parco, in mezzo agli alberi si apparecchiavano i tavoli e si allestivano cucina, barbeque, pizzeria, gazebo con tutto il bere possibile, giochi per bimbi e, naturalmente, un bel palchetto per la band che suonava. A questo evento erano invitati amici, paesani, insomma tutti quelli che desideravano partecipare, senza prenotazioni o distinzioni...bastava una piccola offerta e si poteva passare un pomeriggio mangiando, bevendo, cantando e ballando...insomma una vera figata!!!
La cosa particolare era che, tra rezdore, pizzaioli, gligliatori e osti più o meno professionisti, si potevano tranquillamente vedere personaggi pubblici, titolari di aziende o rappresentanti delle istituzioni comunali che si improvvisavano camerieri, cuochi, animatori e si davano da fare per aiutare dovunque ci fosse bisogno...così, gratuitamente e con poche balle, tanti sorrisi e la battuta sempre pronta...un evento che riportava la memoria a tempi passati dove, soprattutto in campagna, bastava davvero poco per divertirsi insieme.
Noi, con una band di amici, La President Band, abbiamo suonato in diverse edizioni di questo evento, quindi eravamo praticamente di casa e facevamo di tutto, rock, liscio, balli di gruppo, somarate varie...l’importante era fare della gran baracca!!!
Ed è proprio in una di queste occasioni che Chris, avendo la gola leggermente essiccata dal caldo (che non mancava mai!) e dalle decine di canzoni eseguite senza possibilità di tregua o pietà per le sue corde vocali, andò a prendere qualcosa da bere per lubrificare un pò la laringe e trovò a servirlo un oste molto speciale: l’allora Presidente della Reggiana!
“Ciao cioccapiatti...vot da bever”? “Scolta...te e’l to amigh...quand’è che mi scrivete un bell’Inno per la Regia”?
Chris lo guardò sorridendo e cercando di capire se scherzasse, dicesse davvero oppure, a forza di servire dell’alcool, avesse fatto troppi assaggi.
“ Un Inno”?? Ma la Reggiana ne ha diversi di Inni e alcuni anche belli...che senso ha farne un’altro”?
“ Lo so, Chris, ma io voglio un Inno particolare...significativo, che rappresenti davvero la squadra, la città, i tifosi...perchè noi siamo REGGIANI, zio valzer!!! Siamo diversi dagli altri...abbiamo una storia...e poi Filippo ha scritto quello del Sassuolo, Paolo quello della Juve...Graziano quello dell’Inter...vot dir che vu eter du sii mia boun ed screver col d’la Regia?”
Chris, rimase qualche secondo a guardarlo, poi prese la sua birra e tornò sul palco, ricominciò la rumba e la storia sembrava finita lì.
La settimana dopo, con la band, avevamo una serata a Formigine e mentre montavamo l’attrezzatura, uno del gruppo ci dice: “ Oh..ho incontrato il Presidente della Reggiana e mi ha detto che sta aspettando l’Inno da voi...mi ha detto di dirvi che se non lo fate ...sii du boun da gnint!”
Azz..non scherzava per niente e non era ubriaco! La sfida era lanciata e il paragone con Nek e Paolo Belli e Graziano Romani era davvero stimolante...
Allora, ricordando quello che lui aveva suggerito, i temi che l’Inno doveva mettere in luce, il giorno dopo, Chris si è messo subito al lavoro buttando giù alcune idee, ha creato la struttura musicale e una bozza del testo..poi con Giulio lo ha messo a posto per registrarlo in studio.
E così è nato l’inno: SCENDE IN CAMPO LA REGIA!!!
Quando siamo andati nel suo ufficio a farglielo sentire, il Presidente è rimasto sbalordito e e senza parole:
“ Avete scritto esattamente quello che pensavo...è incredibile...qui c’è Reggio, il Tricolore, la nostra storia, il nostro tifo...la testa quedra...ragazzi, questo è l’Inno perfetto per la nostra squadra!!!
E così “Scende in campo la Regia” ha iniziato a salutare la squadra mentre entrava in campo...dagli altoparlanti a tutto volume..la prima volta che lo abbiamo sentito è stata davvero una bella botta di adrenalina!!!
E poi da quel momento abbiamo avuto un periodo davvero emozionante...siamo stati convocati ad una conferenza stampa per la presentazione ufficiale dell’Inno al Mapei Stadium, lo abbiamo cantato durante 2 partite nel campo da gioco mentre dagli spalti facevano il coro e sbandieravano a tutto spiano i colori granata, ci hanno invitato per l’anniversario della fondazione della Reggiana, in una piazza Prampolini gremita di tifosi a cantarlo insieme...e, ciliegina sulla torta, avevamo un palchetto VIP in tribuna d’onore, ogni volta che la Regia giocava in casa...che dire..Filippo, Paolo e Graziano sono sicuramente di un’altro livello, parliamo di top team di serie A, ma anche Chris e Giulio hanno avuto qualche bella soddisfazione e poi...tempo al tempo, perchè la Reggiana è una società forte, che non ha niente di meno rispetto ad altre più blasonate e merita di giocare in un campionato più prestigioso...la sfida continua...vedremo!
E quindi? Fine della carriera per Nuber?
In effetti, le cose stavano proprio così. Ogni volta che qualcuno di noi gli proponesse di suonare insieme, anche solo un brano durante una serata, lui aveva un atteggiamento di chiusura, come di rifiuto, cambiava argomento dicendo: “No, dai…ho detto basta…non ne ho più voglia!!!” Noi lo conosciamo bene e sappiamo che quando prende una decisione, la porta avanti senza fermarsi davanti a niente… è uno che come sport praticava il rugby, quindi abituato ad avanzare a testa bassa…una caratteristica che lo fa assomigliare incredibilmente alle ruspe che lui usa per spostare quintalate di terra tutto il giorno… sarà un caso che faccia proprio quel lavoro ???
E così, basta davvero! Non se ne parlava praticamente più.
Il nostro amico ha conosciuto una ragazza con una figlia meravigliosa, dolcissima e, come si dice in questi casi, ha messo su famiglia... una famiglia vera !!!
A vederli insieme si capisce davvero che cosa è il destino, quante giravolte, quante situazioni, esperienze ci sono nella vita delle persone, a volte belle a volte negative ma, ad un certo punto, succede qualcosa, due strade diverse, con percorsi separati, inspiegabilmente si incrociano e tutto assume un senso logico… come se, da qualche parte, ci fosse scritto che dovesse andare esattamente cosi!!!
Nuber con una compagna e una figlia…incredibile!!!
E…attenzione… la ragazzina sembra SUA figlia!!! Canta a memoria le canzoni di ELIO E LE STORIE TESE, ascolta musica di gruppi rock sconosciuti anche dai giornalisti di Rolling Stone, saluta con le 3 dita alzate, dicendo: ”Yeah…rock&roll!!”.
Così, noi facevamo le nostre serate in giro e, ogni tanto, Nuber & family, venivano a sentirci, due chiacchiere, quattro risate e… finita lì.
Fino a quando, una sera qualunque, nella quale eravamo a suonare in Pianderna, un bel locale sulla collina che domina Scandiano, mentre Chris sta sistemando la tastiera, arriva Giulio con la sua chitarra e un basso a tracolla.
“Come mai hai portato il basso?” Chiede Chris, e Giulio, con una smorfia ironica: “ Non è mio…è il basso di Nuber!”
Chris lo guarda, basito e poi insiste :” Dai, non fare l’asino…perche hai il basso? Giulio, a questo punto, si mette a ridere e dice: “ Ascolta, Chris…è il basso di Nuber. Fra un po’, quando arriverà, ti spiegherà lui.”
In effetti il basso era un modello diverso da quello che Giulio utilizza solitamente con la President Band e questa cosa cominciava ad incuriosire Chris…Nuber non vuole più suonare e adesso si presenta con un basso???
Finalmente, arriva l’uomo misterioso e, come se fosse la cosa più normale del mondo, fa un bella risata delle sue e dice: “ Allora, Chris, ti piace il basso che ho comprato?” Allegando a questa domanda un elenco di caratteristiche tecniche dello strumento, dal manico ai microfoni, dai tasti alle chiavette che, sicuramente, erano ignorate anche dagli stessi costruttori!!!
Chris lo guardava cercando di capire cosa ci fosse sotto.
“ Molto bello,Nuber, ma come mai lo hai comprato?”
“ Perché ho deciso di imparare a suonare il basso SLAP, sto prendendo lezioni da un maestro professionista da un po’…sai la batteria era diventata troppo faticosa e poi volevo cambiare…oh…il mio insegnante mi ha detto che sto imparando alla grande e se continuo così divento più bravo di lui!!!”
Tanto per chiarire, la tecnica SLAP è quella nella quale il bassista non suona con le dita o col plettro, ma dando forti colpi alle corde basse con il pollice alternando degli “strappi” veri e propri sulle corde alte, un modo di suonare caratteristico del funky e particolarmente difficile.
A quel punto ha tirato fuori il basso, lo ha collegato e ha cominciato a suonare…e… il bastardo suonava davvero!!!
E come se la rideva vedendo le nostre facce incredule mentre slappava un riff di Flea dei Red Hot Chili Pepper ( un bassista slap straordinario!)
Quindi…non solo ci aveva fatto credere che volesse smettere con la musica, ma aveva iniziato a studiare il basso con la tecnica, forse, più difficoltosa…all’insaputa di tutti!
In realtà, Giulio ha confessato che lui lo aveva saputo, ma solo poco tempo prima.
E, in effetti, riflettendo bene, avevamo la sensazione che qualcosa bollisse in pentola, perché aveva avuto un comportamento troppo anomalo per uno che ama la musica come lui…un stop così improvviso e netto, senza motivo apparente che, sicuramente, doveva nascondere un qualche progetto segreto…
Meglio così…il figliol prodigo è tornato, non proprio ufficialmente come membro della band, ma sta studiando, è carico e felice e questo ci fa tantissimo piacere.
Anche se, a dirla proprio tutta, è vero che, adesso, si è “intrippato” col basso ma…il vecchio amore non si scorda…
Un giorno, eravamo a suonare con la President Band alla festa di Yaky, una giornata di beneficenza per un amico scomparso, organizzata in estate in una villa di Salvaterra, con tanto cibo, tanto bere e tanta musica e Nuber si è presentato con il suo basso.
Lo ha collegato all’impianto, lo ha appoggiato e poi ci siamo messi a mangiare.
Al momento di iniziare a suonare, siamo saliti sul palco e lo abbiamo chiamato perchè venisse a fare qualche pezzo con noi…lui è venuto, ma non ha suonato il basso, ha chiesto a Luca, il nostro nuovo e giovanissimo drummer se poteva suonare un po’, si è seduto alla batteria e ha cominciato a picchiare sulle pelli come i vecchi tempi…anzi, meglio! Infatti abbiamo notato che “teneva” il tempo molto di più, sicuramente una conseguenza del fatto che stesse studiando in maniera metodica.
“Alla fine non hai resistito al richiamo della foresta…la batteria ce l’hai nel cuore!” gli abbiamo detto e lui: “Beh..dai…volevo vedere se sono ancora capace… faccio fatica, mi manca l’allenamento…e poi adesso ho il basso…però…sono ancora buono eh??”
Poi ha riposto il basso nella sua custodia senza aver suonato neanche una nota!!!!
E va beh…comunque ancora una volta Nuber ci aveva stupiti, ma per chi lo conosce, questa non è una novità…vogliamo ricordare, per esempio, di quando, nel giro di pochi mesi, ha imparato lo spagnolo talmente bene che, per le strade di Cuba, veniva scambiato tranquillamente per un residente dell’isola ed era a suo agio con chiunque, parlando come se fosse la sua lingua madre?
Uno cresciuto con qualche parola italiana dispersa nel dialetto reggiano???
E questa sua dimestichezza con lingua spagnola lo ha salvato, quando all’aeroporto dell’Avana gli hanno trovato un involucro sospetto in valigia e lo hanno fermato…no…non pensate male…non stiamo parlando di droga o armi…si tratta di una delle mirabolanti avventure di Nuber, ma…questa è un’altra storia!!!
Ho dato tanto al rock…forse troppo!!!
Nuber.
Questo era il lapidario messaggino arrivato sulla chat del nostro gruppo qualche tempo fa. Seguito, pochi giorni dopo da un altro che recitava piu’ o meno così: “Dopo 30 anni ( più o meno) di onorata carriera…di gavetta nei locali più malfamati e malpaganti d’Italia…dopo aver creato e distrutto band…insegnato la retta via musicale ad amici e musicisti…dopo aver bevuto centinaia di coca-rhum e rotto migliaia di bacchette….il batterista, alcolista e percussionista Montermini Nuber dà il suo saluto alla musica suonata, ringraziando amici e sostenitori con i quali ho condiviso tante gloriose battaglie rock….motivazione? Semplice…am sun rot i maroun!!!!” Così…con un veloce click su whatsapp, Nuber ci dice che non ha più voglia di suonare…che appende le bacchette al chiodo!!! …Un momento…ma chi è Nuber???
Abbiamo ripreso a scrivere su questo blog dopo una lunga pausa di riflessione ( qualcuno, tra di voi, starà commentando : “ e… non potevate rimanere in pausa?”), ma, come già detto in altra occasione, noi non siamo scrittori…e ve lo stiamo chiaramente dimostrando!!! Evidentemente, questo fatto nuovo e, per certi versi, sorprendente, ci ha dato la scossa per riaprire la pagina Word del PC e ricominciare a digitare sulla tastiera i nostri pensieri. Chi è Nuber? Eh…se fosse facile dirlo con 2 parole potremmo chiudere qui il capitolo e passare al prossimo argomento, invece, questo personaggio è così incredibilmente complesso che merita di essere raccontato poco per volta…a piccole dosi. Un po’ come succede con quelle opere che hanno una sceneggiatura talmente variegata nella struttura che non si possono limitare ad un solo libro o film ma hanno bisogno di uno sviluppo a più riprese, per permettere al lettore o spettatore di entrare nella trama e restarne affascinato…Twilight, Star wars… Praticamente una saga…ecco: Nuber è come una saga!!! Gia dal nome si capisce che non è una persona comune…Nuber!!! Abbiamo cercato su Google ma, a parte qualche cognome teutonico, non abbiamo trovato altri che si chiamano così. Persino in questo momento, ci stiamo chiedendo :”ma…da dove cominciamo???” Perché ci sarebbero tantissime cose da raccontare e ci piacerebbe ricordarle tutte…ma è praticamente impossibile…se pensate che lui e Giulio si conoscono da bambini, con Chris da circa 25 anni, considerando la media di un paio di aneddoti al giorno che meriterebbero di essere citati, vorrebbe dire oltre 10.000 episodi di vita vera, ognuno dei quali sarebbe una perfetta ispirazione per qualsiasi regista di film commedia e farebbe piegare in due dal ridere lo spettatore sulla sedia del cinema. Allora, cominciamo da quando è apparso le prime volte al Beautiful, dove noi suonavamo. All’inizio, il nostro rapporto era fatto di semplici scambi di battute, lui era il batterista della Custom Band, il gruppo dove Giulio suonava la chitarra, e veniva in birreria per sentire un po’ di musica, bere qualcosa e divertirsi. Apparentemente, un ragazzo come tanti altri, ma, bastavano 0.2 secondi per capire di che pasta era fatto!!! Nuber è uno di quei personaggi che, se una sera lo incontrate insieme ad altre migliaia di persone e scambiate solo 2 parole con lui, non lo dimenticherete mai più!!! Nella vita esistono individui che le inventano tutte per farsi notare…si vestono in modo bizzarro, parlano, si atteggiano e assumono un comportamento che risulta a volte ridicolo, altre volte quasi penoso. Nuber no! Ha una dote innata…una simpatia coinvolgente, qualcosa che gli viene naturale, non forzato, e che non si può fare a meno di notare. Come succede in certe scene o in alcuni film…ci viene in mente Frankenstein Junior, dove il protagonista è Gene Wilder ma tutti si ricordano di questo capolavoro per la parte di Marty Feldman, che, nel ruolo di Igor, risulta predominate rispetto al primattore. Naturalmente non vogliamo paragonare fisicamente Nuber all’attore inglese…era solo un esempio, ma è certo che se si parla di una band di musicisti, il discorso potrebbe essere:” c’era un bravo cantante… il chitarrista non era male…il bassista…uhm…non ricordo…ma Nuber, il batterista, mi ha fatto morire…che togo!!! Ha un tempo comico straordinario, glielo ha detto anche Sergio Sgrilli (un artista che fa parte del cast di Zelig), nel corso di una serata di musica insieme:” Oh…sei proprio un cabarettista mancato!!! “ Estremamente intelligente, lavoratore instancabile, uno che non si è certo ammazzato sui libri di scuola ma con un senso pratico fuori dal comune. Un atteggiamento positivo in qualunque cirsostanza, anche dove ci sarebbe poco da ridere…un esempio: recentemente abbiamo avuto una serie di scomparse improvvise nel campo della musica…da Mango a Pino Daniele. Una sera Nuber chiama Chris al telefono e gli dice :” Ciao Chris, sono qui con degli amici, ho pensato di chiamarti perché stanno morendo dei cantanti e se stanotte dovesse succederti qualcosa, io domani posso dire: Pensa te… ci siamo sentiti ieri sera e stava così bene!!!” L’arte di sdrammatizzare in modo ironico non si impara a scuola…ce l’hai nel DNA e sono pochi quelli che riescono ad usarla senza infastidire o offendere. Altra dote di Nuber è quella di essere brillante…al limite della spacconaggine…è uno a cui piace ostentare, raccontarti di quello che ha fatto o cosa ha comprato, quanto lo ha pagato ecc.ecc. ma con una sostanziale differenza rispetto al classico sborone… è che lui te la racconta mettendo in risalto il lato comico e ti fa ridere davvero, l’altro, invece ti ispira quel sentimento di intimo fastidio riassumibile nella tipica frase :”mo va a cagheer!!!” I soldi, per lui, non sono mai stati un problema, almeno, questo è quello che ci ha sempre dimostrato, un bel ragazzo, amante della bella vita, dei viaggi, delle donne e della musica…già, la musica…la sua grande passione…raramente si incontra qualcuno con una cultura musicale così ampia, conosce gruppi, musicisti, che sono pressochè sconosciuti per la maggior parte delle persone che suonano, gli piace scoprire e ascoltare band o cantanti alternativi, al di fuori del giro commerciale…ricorda spesso che, quando Ben Harper era un emerito sconosciuto, lui era tra quei pochi che sono andati a vederlo esibirsi in un locale di Reggio Emilia; dice :” E’ facile dire che uno è bravo quando è famoso in tutto il mondo…io lo avevo capito prima, quando non lo conosceva nessuno, che era un talento straordinario!!!” E’ una macchina da guerra, un rullo compressore, conosce tutti e per ognuno ne ha sempre una nuova, mai impreparato…sempre sul pezzo…se per caso un motivo, o una frase lo acchiappa, battezza un tormentone che ripete all’infinito fino a che non è entrato stabilmente nel cervello degli amici che sono con lui quella sera!!! Raramente ha voluto dei soldi per aver suonato, anzi, una delle sue frasi storiche è:” Non voglio essere pagato…scusate, ma se io vado in un locale, pago per entrare, e spendo soldi per mangiare e bere…se vengo a suonare con voi, invece, entro gratis, mangio e bevo tutto quello che voglio gratis, mi diverto a suonare e conosco anche della gnocca…quindi…siamo a posto così!!!”.Come batterista, tecnicamente, non è un fenomeno. Ha studiato un po’ nella scuola di Mauro Gherardi ( Vasco, Ramazzotti, Baglioni), ma ha sempre ascoltato bella musica e quindi quello che fa con le bacchette dimostra che ha del gusto e non è mai banale. La prima volta che abbiamo suonato insieme è nata così, quasi per caso. Noi non eravamo abituati alla batteria ma ci eccitava poter fare qualcosa di diverso rispetto al solo cantare con basi o ritmi preconfezionati della tastiera. Solo chi suona può capire la differenza tra suonare e cantare su una traccia registrata o sentire il suono della cassa, del rullante dal vivo…la libertà di seguire un groove che, proprio perché non ha la inumana precisione del metronomo ti trasmette quel feeling inimitabile per qualsiasi computer. Già da quella sera, sono nati dei riff, degli stacchi, dei finali che poi abbiamo ripetuto infinite volte sui palchi di tanti locali, dei brani come Message in a bottle, Child in Time, Africa, Jump, che sono diventati cavalli di battaglia nel nostro repertorio. Nuber era perfetto per noi, perché aveva colto immediatamente il senso del nostro stile, il nostro particolare modo di fare la serata senza una scaletta…il delirio dell’improvvisazione. E si divertiva a seguirci, quando decidevamo di cambiare il ritmo di una canzone, che da lenta diventava swing o reggae o improvvisamente hard rock…oppure quando si stabiliva che tutte le canzoni dovessero concludersi con la rullata finale di Smoke on the water dei Deep Purple…insomma, senza cercarlo, avevamo trovato non un batterista, ma il nostro batterista…sulla nostra stessa lunghezza d’onda, e ci stavamo trasformando in qualcosa di più particolare, un trio di amici che, divertendosi, riuscivano a trasmettere una bella carica di energia alla gente…erano nati Chris, Giulio e Nuber!
Parlateci di qualche posto dove avete suonato e che vi è rimasto in mente.
Il Notte di Note di Rubiera, in quel periodo, era uno dei locali di riferimento per i nostri amici che volevano venire a sentirci suonare e passare una serata divertente, ma, come tutti coloro che fanno questo meraviglioso “lavoro”, o per meglio dire, riescono a trasformare la loro passione in una attività remunerativa, anche noi eravamo aperti, non c’erano contratti di esclusiva, per cui avevamo la massima libertà ed eravamo sempre pronti e disponibili per animare le serate in altri posti. Spesso chi ci contattava ci aveva già visti lavorare e ci permetteva di sviluppare la performance impostata sulle nostre caratteristiche principali, cioè il contatto con il pubblico, la spontaneità, l’imprevedibilità degli eventi. E così, ci siamo ritrovati a suonare in tanti posti, ognuno dei quali meriterebbe di essere menzionato per qualcosa di strano o fuori dal comune, che ci è capitato. Allora cercheremo di mettere insieme tutti i ricordi, tirarli fuori dai cassetti e, uno dopo l’altro, farveli rivivere. In questo capitolo, vogliamo raccontare di un locale molto particolare, il cui nome, ancora oggi, ogni tanto, salta fuori inesorabilmente quando sentiamo una certa canzone, tipo “ Children” di Robert Miles… un locale che, per alcuni fatti e misfatti, è presente nei nostri ricordi in maniera indelebile. Stiamo parlando del Chattanooga, un american bar che si trovava a Modena. Quando i 2 gestori ci hanno contattato, siamo andati a parlare con loro e abbiamo buttato giù un programmino per una serie di serate. Loro ci avevano già sentiti e sapevano molto bene cosa facevamo e il nostro modo di suonare. Erano due personaggi molto “carichi”, dinamici e aperti a valutare le proposte e il locale era molto carino. La prima cosa che ci ha colpito era lo spazio…il posto era arredato bene, in modo moderno e accattivante, ma non si poteva certo definire grandissimo e, soprattutto il palco, che era la cosa che ci riguardava più strettamente, dove avremmo dovuto sistemare la nostra attrezzatura, era grande poco più di un letto a due piazze!!! Per completare l’opera, c’erano due tavolini davanti, così vicini che Chris avrebbe potuto usare le schiene dei clienti seduti come reggitastiera, Giulio, invece, si sarebbe trovato a suonare con gli zebedei appoggiati sulla testa di qualcuno…che se si fosse trattato di una donna, poteva anche avere il suo malizioso perché…ma non c’era nessuna garanzia su questo!!! Comunque ci siamo sistemati in modo da avere un minimo spazio vitale per poterci muovere e poi abbiamo aspettato che arrivasse gente. I gestori ci avevano detto che c’era un bel giro…ma quello che avremmo vissuto qualche ora dopo era lontano da qualsiasi nostra ipotesi…oltre l’immaginario!!! Provate a pensare di andare in un bacino artificiale pieno d’acqua e, improvvisamente, far saltare la diga…è stato esattamente quello che è avvenuto davanti ai nostri occhi…un fiume di gente che in pochi secondi ha riempito il locale. Bella gente…essendo a Modena, potremo definirli dei “fighetti”, ben vestiti, ragazze tirate a spigolo vivo…insomma una bella storia…solo che erano TANTI…TROPPI !!! Per darvi un’idea possiamo dire che in pista non si ballava…cioè non c’era spazio tra una persona e l’altra…era una massa unica che si muoveva a tempo…le persone scivolavano una contro l’altra. Dal palco, che era rialzato rispetto alla pista, questo effetto di ammasso di corpi semoventi faceva ancora più impressione. Se per caso uno avesse avuto l’impellenza di andare in bagno e, sfortunatamente, si fosse trovato dall’altra parte, rispetto alle toilettes, non aveva speranze….o i muscoli della sua vescica erano forti e tesi come gli addominali di Yuri Chechi, quando si mette in posizione di croce agli anelli, o avrebbe fatto prima ad uscire e arrangiarsi come poteva nel parcheggio…la terza ipotesi, quella del catetere con la sacca possiamo evitarla. Anche solo prendere un drink al bancone era difficoltoso…c’era chi si piazzava con i gomiti ben appoggiati e da lì non si muoveva più…almeno avrebbe avuto la possibilità di ordinare! Altrimenti bisognava approfittare della casuale spinta del BLOB ballante che ti dirigesse casualmente verso il banco bar...in quel caso, si poteva chiedere un cocktail, ritirarlo e continuare a ballare come su un nastro trasportatore! Comunque, tralasciando questi particolari, il locale era alla moda, davvero figo, erano gli anni 90, il periodo degli yuppies…degli arrampicatori sociali…la gente aveva i soldini in tasca e tutto filava liscio come l’olio…si aveva la sensazione che il mondo andasse nella giusta direzione, verso il benessere…ci si sentiva come su una cabrio lanciata a tutta velocità su uno di quei rettilinei americani dove la strada finisce in un punto dell’orizzonte tra la terra e il cielo. Non ci rendevamo conto che stavamo semplicemente aprendo la valvola del compressore per dare aria a quella gigantesca,effimera bolla speculativa che sarebbe scoppiata qualche decennio dopo, lasciando parecchie persone con un cerino spento in mano…OH MAMA!!! Scusate…stiamo parlando di economia politica!!!! Non ci sembra il momento!!! Meglio tornare al Chattanooga….Abbiamo fatto delle bellissime serate, suonavamo come pre-disco e poi il DJ andava avanti con le canzoni del momento: What is love, I got the power, How Jee, Children…ecco, questa era la numero 1 in quel locale…quando partiva l’intro del pianoforte con quel particolare effetto delay…si abbassavano le luci e si accendevano degli effetti tipo laser… tutti alzavano le mani come per toccare i fasci di luce che giravano…davvero una bella atmosfera! Il Chattanoga, per noi, è durato una stagione…alcuni mesi…e di tutto quel periodo ricordiamo perfettamente 2 episodi: uno purtroppo drammatico. Stavamo suonando o forse avevamo appena finito, quando ci siamo accorti dell’arrivo, dentro il locale, di alcuni operatori del 118, con barella e attrezzatura per rianimazione. Era successo che un signore, che per educazione definiremo “ non giovane”, mentre era seduto su un divanetto in compagnia di alcune giovani e procaci ragazzuole, per motivi a noi sconosciuti aveva perso i sensi stramazzando a terra. Avendo valutato la gravità della situazione e sospettando un infarto, i gestori hanno prontamente chiamato l’ambulanza, la quale è arrivata in tempi molto rapidi, essendo il locale non distante dal Policlinico. Quindi c’è stato un momento dove sembrava di essere in un set cinematografico…da una parte dei medici che tentavano disperatamente di rianimare il poveretto…dall’altra la gente che ballava, completamente ignara di quello che stava succedendo. Poi lo hanno portato via e la settimana dopo c’era chi diceva che ce l’aveva fatta e chi, invece,affermava che era passato a miglior vita…non abbiamo avuto notizie certe, ma abbiamo pensato che, qualunque fosse stata la sua sorte, negli attimi prima dello “scioppone” si stava divertendo…Il secondo episodio invece è di tutt’altro stampo. Stavamo suonando e, proprio davanti a noi, sedevano due belle ragazze, una di fronte all’altra e chiacchieravano dei fatti loro sorseggiando un cocktail. Ad un certo punto si è avvicinato un ragazzo, che, con fare da playboy nostrano si è seduto in mezzo a loro e ha cominciato ad attaccare bottone…e parlava…parlava…Le due lo guardavano con la palpebra leggermente calata e, di tanto in tanto, sembravano come interessate dai racconti del dongiovanni. Quando una delle due ammiccava ad una sua battuta e le scappava un lieve sorrisino, lui si gasava e aumentava la dose…”Ormai è fatta…le ho conquistate…sono troppo togo…non so quale, ma una delle due stasera sarà mia!!!” E proprio quando la sua mente stava elaborando questo piano strategico, è successo che le due ragazze si sono guardate e, mentre lui ancora parlava, si sono date un bacio in bocca così intenso che definirlo “ alla francese” è riduttivo!!! Il poveraccio, umiliato nei sentimenti più profondi, è rimasto ammutolito per alcuni secondi, dopodiché si è girato e, mestamente, è tornato da dove era venuto. Invece a noi due, sul palco, è venuta improvvisamente sete di qualcosa di forte!!!
Quindi locale nuovo...gente nuova?
La nostra avventura al Notte di Note era iniziata con tutte le migliori intenzioni. Il locale era carino, accogliente, aveva una lunga stanza con il palco in fondo e il bancone-bar alla sinistra rispetto all' ingresso. Per noi musicisti era bello perche' avevamo la visuale totale della gente, quindi era possibile interagire con tutti. E non si faceva assolutamente fatica a coinvolgere il pubblico in quanto, per la maggior parte, era formato da vecchie conoscenze, clienti del Beautiful e "fans" storici. Quindi, quasi sempre, sapevamo cosa fare..per esempio poteva capitare che entrasse l’ immancabile Charlie, che a quei tempi se la passava allegramente da single, ma ben presto avrebbe incontrato Ivana, l’altra parte della sua mela e, da quel momento sarebbero diventati una coppia inseparabile…bene, bastava che lui ci guardasse con un sorriso, salutandoci con un gesto della mano, tipico dei rocchettari, quello, cioe', dove si fanno le corna tenendo teso il pollice...beh, nel caso specifico di Charlie, era un segno inequivocabile...rappresentava, per noi, la richiesta di una precisa canzone :"Autogrill", un brano che Chris, in quel periodo, eseguiva sul palco in torneè con i Rats. Oppure arrivavano i Porkis, una rumorosa e spassosissima compagnia che occupavano meta' del locale, e voleva dire baracca assicurata...potevamo suonare qualsiasi cosa, lento o rock, non importava...bastava un po' di musica e qualche cavolata sparata qui e là...al resto, pensavano loro!!! C'era anche una percentuale di ragazzi che non ci conoscevano, che entravano e, superato il piu' che giustificato sbigottimento iniziale, mostravano di gradire l'atmosfera e stare al gioco. Abbiamo fatto tante belle serate, divertenti...quando arrivavamo per montare gli strumenti, venivamo accolti da un sottofondo musicale firmato De Gregori:" Passa correndo lungo la statale un autotreno carico di sale..." oppure :" Vai Girardengo, vai grande campione...nessuto ti segue su quello stradone...". C'era un impiantino con un lettore cd multiplo, dove questo disco del cantautore romano girava a rullo, sia prima dello spettacolo sia quando avevamo finito, mentre si smontava tutto....D'estate, invece, suonavamo fuori, su un palchetto nel cortile. Mentre facevamo il soundcheck, avevamo, di solito, come uniche spettatrici, delle ragazze che abitavano al piano di sopra e si mettevano sul terrazzo a fumare una sigaretta o semplicemente ad ascoltare le nostre prove. A noi faceva molto piacere, anche se sapevamo che non avrebbero ceduto ad alcuna nostra dedica...erano, infatti, delle entreneuse dell'est europa che abitavano in quell'appartamento, sopra il locale e, ad una certa ora, truccatissime e tirate a spigolo vivo su tacchi vertiginosi ( praticamente irriconoscibili rispetto a prima dove si mostravano in tute dai colori smorti come le loro facce o addirittura in pigiama…), uscivano e salivano sul macchinone del loro "titolare" che era venuto a prenderle per portarle in un qualche night dove avrebbero usato tutto il potere del loro corpo per annebbiare la mente del pollo di turno da spennare a suon di carissime bottiglie di champagne. Noi le vedevamo prima della "trasformazione" quando i loro visi non erano ancora carichi di trucco e dai loro occhi traspariva quella vena di malinconia per una vita che, probabilmente non le appagava, un sottile velo di tristezza che, piu' tardi, sarebbe stato spazzato via da un po' di fondotinta e qualche pennellata di mascara. A proposito di serate estive, ricordiamo un episodio: una sera si presenta un tecnico per fare i rilevamenti acustici. Queste cose le fanno, di prassi, nei grandi eventi…concerti negli stadi o nei palazzetti… nel nostro caso era una roba assurda. Non ci voleva un genio per capire il motivo di questo controllo...evidentemente il locale, che andava bene e attirava gente, dava fastidio a qualcuno e, nonostante ci trovassimo nella zona industriale di Rubiera, in mezzo a dei capannoni e abbastanza lontani da abitazioni civili, c'era chi riteneva facessimo troppa confusione. Quindi Mauro ci presenta questo tecnico, il quale ci chiede di suonare qualcosa. Noi cominciamo a fare un pezzo a volume normale e lui, dalla strada, guardando il rilevatore ci fa segno che e' troppo alto. Abbassiamo il volume e ricominciamo. "Siete alti...abbassate!!!" Mauro ci guarda allibito e noi abbassiamo ancora. A questo punto la musica era davvero impercettibile e gia' pensavamo che avremmo avuto grosse difficolta' a suonare a volumi cosi' bassi...ma, sorprendentemente, il tecnico ci dice :" Mi spiace ragazzi, siete ancora fuori range...dovete abbassare!!!." Stavamo per suggerigli dove avrebbe potuto infilarsi quel grazioso strumento per fare altri tipi di rilevazioni sonore, ma Mauro ci ha fatto segno di stare al gioco. Percio', abbiamo spento il mixer e, facendo finta di suonare, cantavamo a voce nuda. Finalmente il volto del tecnico si e' illuminato e ci ha detto :"Cosi' andiamo meglio, se riuscite ad abbassare un pelo ancora la voce, siete perfetti...grazie e arrivederci!!! Noi abbiamo trattenuto qualsiasi cosa, parole, gesti, nel nostro piu' profondo intimo...Mauro ci ha fatto il pollice in su....il tipo e' risalito sulla sua macchinina per tornarsene a casetta sua, con la speranza di non trovare la mogliettina mentre faceva rilevazioni col vicino....e noi abbiamo rimesso i volumi normali come al solito e la serata e' andata avanti senza problemi. Anche queste cose denotano le difficolta' che un povero Cristo deve affrontare quando vuole mettersi in gioco in un mondo come quello dei locali, dell' intrattenimento. A volte è incredibile verificare che non basta avere tanta volontà, investire soldi e tempo…ci sono delle dinamiche contro cui bisogna inevitabilmente scontrarsi, sbattere la testa contro un muro di gomma che sembra messo lì per convincerti a mollare tutto, anche quando la situazione è perfetta ,la gente sta bene, si diverte e passa delle piacevoli serate. Vengono in mente quei casi dove, in un paese non succede mai niente e le persone si lamentano perche non succede mai niente!!!! Poi arriva uno che dice: “ Organizziamo un evento…un concerto..?” Allora parte una macchina organizzativa composta da gente volenterosa che si dà da fare per la realizzazione e quando, finalmente, arriva il giorno dell’evento, le persone si lamentano perché c’è troppo casino!!!! Mah!!!...Con Mauro e la Dani abbiamo cercato di essere sempre in sintonia, sia nel controllo della serata, sia nelle situazioni come quella appena descritta, dove la diplomazia deve sopravvalere rispetto agli istinti omicidi che certi personaggi evocano.I gestori e i loro collaboratori cercavano di fare tutto al meglio, si impegnavano, dimostrando di avere voglia di creare un locale particolare, consapevoli di avere a che fare con persone dai caratteri diversi, con le mentalita' piu' disparate...Stavano al gioco con i clienti fino ad un certo limite…dopo diventavano, giustamente intransigenti. Non riuscivano proprio a sopportare i ragazzi che, con la scusa di doversi divertire, manifestavano scarso rispetto per le cose...anche se questo avveniva, spesse volte, non tanto per colpa di una maleducazione innata ma in situazioni dovute all'appannamento dei riflessi a causa dei gin tonic o altre bombe simili… Tuttavia, in questi casi, sia Mauro che la Dani, non nascondevano il loro disappunto. Non vogliamo sindacare se sia giusto o no, anzi, crediamo che una birreria non sia casa tua e non ci si puo' permettere, solo perche' si e' clienti paganti, di comportarsi in maniera strafottente o di spaccare tutto impunemente...E’ possibile che, in un posto dove la gente balla, salta e si diverte, possa capitare che si roversci un tavolino e si rompa qualcosa. Un gestore con tanti anni di esperienza sul groppone, sa benissimo che questo fa parte del gioco e cerca di risolvere la questione valutando sempre chi e' il cliente e quanto costerebbe perderlo. I ragazzi del Notte di Note, che non avevano ancora acquisito questo tipo di atteggiamento, avevano fatto un bel locale e volevano che tutti si comportassero in modo da non provocare danni...ma, noi stessi possiamo testimoniare che, in certi casi, questa e' una pura utopia, un desiderio praticamente irrealizzabile. Quante volte e successo che la pedaliera di Giulio sia stata trattata come lo zerbino di casa, o la tastiera di Chris usata come poggia bicchieri con inevitabili rovesciamenti di liquori vari...dalla vodka alla menta al Montenegro....tutti composti organici che non vanno molto d'accordo con i circuiti integrati di uno stumento elettronico acceso!!!! Ma questo e' il lato oscuro della medaglia...quando si abbassano le luci in sala e si alzano i volumi, inizia la rumba e la sensazione e' quella di un vortice che ti spinge, ti sposta e alcune volte arriva a travolgerti. In questi casi la cosa importante e' riuscire a mettere in salvo le cose piu' a rischio e poi pregare che vada tutto bene e che, passato lo tsunami, le lucine del tuo strumento continuino ad restare miracolosamente accese mostrandoti segni di vita in modo che tu possa riprendere a suonare, per mantenere sempre l'onda in movimento perche', in fondo, e' questo il nostro lavoro...come i suonatori di tamburi in un grande rito tribale, e' sempre stato cosi', in ogni epoca e in tutti i popoli....ogni tanto, le persone sentono il bisogno di aggregarsi e scatenarsi insieme...anche senza un motivo apparente. E' una emozione che noi abbiamo vissuto in tantissime occasioni, ma ogni volta e' davvero sorprendente e ci fa capire che i musicisti non schiacciano solo dei tasti per emettere dei suoni ma regalano emozioni impagabili, riuscendo spesso, con il loro straordinario "lavoro", a funzionare come una valvola di sfogo, regalano alcune ore d’aria per scaricare lo stress, i pensieri e le tensioni che ogni persona deve sopportare durante il giorno…
Quindi, baracca, musica, macchine, alcool,confusione…ma come la mettevate con i controlli delle autorità?
“ Ciao ragazzi, ho aperto un locale, si chiama “Notte di Note”, a Rubiera, nella zona industriale, è un pub-birreria…vi va se facciamo qualche serata?...pensavo al lunedì…”. E’ così che siamo stati contattati da Mauro, che, con la sua fidanzata Dani, ci veniva spesso a sentire al Beautiful. Al lunedì…non era una sera qualsiasi. C’era l’ Isola…( non “dei famosi”…quella è arrivata il secolo dopo!!!) e la concorrenza era forte! Ma chi se ne frega della concorrenza!!! Noi, un po’ perché avevamo voglia di suonare, ma, soprattutto, perché qualche liretta in tasca in più faceva comodo visto che entrambi stavamo pensando a progetti di famiglia e, di conseguenza, era già nell’aria l’inevitabile accensione di un famigerato mutuo prima casa, non abbiamo fatto passare la notte, ci siamo accordati con i due ragazzi e abbiamo deciso di provarci e così, in quel periodo, avevamo due situazioni nel corso della settimana: il lunedì al “ Notte di note” e il mercoledì al “Beautiful”, dove, nel frattempo, però, le cose stavano cambiando. La gestione aveva capito che più di così non si poteva ottenere, il locale era arrivato al top, aveva acquisito un livello di fama, nella zona, che, per altri posti simili, rappresentava un’utopia, un sogno irraggiungibile. Quindi allettato da proposte di acquisto con parecchi zero, Beppe stava pensando seriamente al fatto di cedere la gestione al miglior offerente. Noi, naturalmente, eravamo consapevoli che, con un altro comandante in cabina di regia, probabilmente, non avremmo avuto le stesse garanzie degli anni precedenti. Di Beppe ed Ennio sapevamo tutto, e loro conoscevano bene noi, ciascuno di noi era cosciente su quello che reciprocamente poteva dare e come riuscire ad interagire…un nuovo gestore, come si sarebbe posto nei nostri confronti? Ci avrebbe dato carta bianca? Avrebbe supportato le nostre scelte artistiche, il nostro modo di gestire la serata? E nei confronti del pubblico, avrebbe permesso certi comportamenti, a volte decisamente al limite, di alcune compagnie? Erano tutti interrogativi che cominciavano ad insinuarsi nella nostra mente, ci sentivamo come giocatori di una squadra vincente i quali, da un momento all’altro, vengono informati che la dirigenza e l’allenatore stanno valutando di trasferirsi in un’altra società sportiva…insomma, non eravamo molto tranquilli! Avevamo il dubbio che, da quel momento in poi, non fosse stata più la stessa cosa. Oltretutto, in base alle informazioni che riuscivamo a carpire, la nuova gestione non aveva esperienza di locali, era una famiglia di commercianti nel ramo alimentare, avevano soldi da investire, ma, praticamente, nessuna base riguardo alla direzione di una birreria con musica e tanta, ma tanta gente!!! Come abbiamo già detto a proposito dell’inizio del mercoledì del Beautiful, veniva a mancare una parte fondamentale dello staff che aveva permesso la nascita di un mito, e al suo posto sarebbe arrivata una grossa incognita…quindi: o tanto bene o tanto male!!! E non era certo una cosa da poco, per esempio: con la nuova gestione, il locale, avrebbe avuto le stesse “protezioni” a livello territoriale o ci sarebbero stati controlli da parte delle autorità per limitare assembramenti di ragazzi, rumori causati dalla musica o dalla massa di gente che affollava la strada e il parcheggio fino a tarda notte? Perché Beppe, da questo punto di vista, era insostituibile. I carabinieri e i vigili mettevano piede nel locale solo per prendere un caffè, per salutare e scambiare due chiacchiere con qualche conoscente e per partecipare, anche solo con una occhiata, alle baraonda che perversava in sala e sul palco. Non abbiamo mai saputo quale miracoloso elisir lubrificante venisse usato per fare in modo che tutte le sacrosante proteste dei vicini cadessero nel vuoto…possiamo dire, però, che, qualsiasi cosa fosse, funzionava alla grande! Si sa che ognuno, nella sua attività, cerca di tirare l’acqua al proprio mulino, usando anche metodi poco “trasparenti”…al Beautiful, invece le cose andavano in maniera diversa…diciamo che, certe “tangenti”, venivano pagate in modo più “particolare”. No…non pensate male!…ci spieghiamo meglio: succedeva tutti gli anni un evento, che sicuramente contribuiva ad “oliare” certi ingranaggi. Stiamo parlando dell’October Fest del Beautiful. Si chiamava così perché si svolgeva nel mese di ottobre…non c’entrano nulla wurstel, birra e altre specialità bavaresi…il menù era quello solito del locale, ma la vera specialità della serata era…detta come vuol detta: “la gnocca”!!! L’evento consisteva in una serata di musica alternata a spettacoli di streaptease effettuato da professioniste del settore. Musica?!...chiariamo il punto…sul palco potevamo suonare noi, o gli ACDC in persona, oppure un qualsiasi DJ, oppure sarebbero bastate anche due sagome di cartone…sarebbe stata la stessa cosa! Quella sera, della musica “ jene poteva fregà de meno” a tutti!!! Tanto per essere chiari, in quel periodo, in televisione, funzionava “ Colpo Grosso”, una trasmissione condotta da Umberto Smaila, musicista dei Gatti di Vicolo Miracoli, il quale era coadiuvato da una serie di ragazze molto procaci,e ben carrozzate, dalla quarta in sù,per capirci… le quali ballando e ammiccando maliziosamente alla telecamera, apparivano in microscopici e impercettibili bikini oppure in topless, a seconda dello stacchetto musicale che dovevano eseguire. Bene…grazie ad una serie di oscure conoscenze, Beppe era riuscito a portare al Beautiful, per l’October Fest, le ragazze di Colpo Grosso e in questa occasione riservava quasi tutto il locale alle “autorità” che, essendo evidentemente molto sensibili a certe manifestazioni naturalistiche del corpo femminile, cercavano di accaparrarsi i posti i prima fila per non perdere neanche un istante dello spettacolo e nemmeno un millimetro quadrato di pelle delle modelle. E con lo sguardo inebetito, gli occhi lucidi, salivazione azzerata e lingua felpata, come avrebbe detto Fantozzi, si perdevano beatamente nei meandri di tutte quelle curve carnose.Come recita un famoso verso del grande poeta Stefano Belisari, alias Elio: “ Servi della gleba a testa alta, verso il triangolino che ci esalta”. Nel caso di specie potevamo dire che i pensieri dei presenti erano dispersi nel “ triangolino delle Ber…NUDE ”!!! Quindi, in base al famoso principio che:” tira più un pelo….. che una coppia di buoi”. Beppe si imboniva le alte sfere dell’amministrazione comunale, in modo che, ogni volta che avessero ricevuto una protesta, la loro mente,come in un effetto di feedback, fosse incentrata unicamente sul ricordo delle linee dei fondoschiena, completamente ipnotizzata dal ricordo di quelle visioni, e, di conseguenza, la petizione fosse usata per giocare a basket da scrivania col cestino dei rifiuti! Questa è, naturalmente, una nostra supposizione, sulla quale abbiamo spesso scherzato con i gestori. Sicuramente le cose andavano in modo diverso, c’era un gioco di ruoli, di amicizie, di favori, che permetteva la possibilità di lavorare in una sorta di tranquillità. Insomma, Beppe ci sapeva fare e si creava le opportunità per realizzare delle cose che in altri posti avrebbero causato la chiusura immediata del locale e l’internamento in cella di isolamento di tutti gli astanti. Un esempio su tutti: una sera abbiamo organizzato la Festa di fine estate. Sulla strada, davanti alla birreria, Beppe aveva fatto scaricare alcune camionate di sabbia, ricreando, praticamente, una spiaggia con tanto di ombrelloni, sdraio, tavolini e un palco sul quale suonavamo noi…insomma…l’atmosfera era simile ad uno dei tipici bagni della riviera romagnola, inclusi i partecipanti che, naturalmente, si sono presentati rigorosamente in costume da bagno. Piccolo particolare: la strada in questione non era di proprietà del locale, ma era “ pubblica “, e tutti gli abitanti del quartiere, per rientrare nella propria abitazione, dovevano per forza passare da lì. In un altro luogo sarebbero arrivati i vigili, i carabinieri, pompieri, la protezione civile e, nel caso, anche l’esercito coi blindati e gli idranti, per spazzare via tutto e chiudere la baracca…invece, quella sera, la via è stata transennata da una parte e dall’altra e, tanto per evitare che qualcuno pensasse di fare il furbino e pretendesse di passare lo stesso per andare a mettere la macchina nel SUO garage e rientrare nella SUA casetta dopo una giornata di lavoro, c’era una pattuglia dei vigili piazzata di traverso davanti ad ogni transenna. Ora, diteci voi, se esistono altri posti dove è possibile anche solo ipotizzare una roba del genere…cioè…lo sappiamo che ci sono… nel centro-sud dell’ Italia queste cose hanno un nome tristemente famoso in tutto il mondo…ma qui siamo in un piccolo paesino delle colline reggiane…il livello non è minimamente paragonabile…diciamo che, considerando le origini liguri di Beppe, più che di piovra, in questo caso si può parlare di un moscardino…che comunque i suoi tentacolini ce li ha!!!! E quindi quella sera abbiamo festeggiato in spiaggia, con canzoni e balli a tema, e, a conclusione della serata, con l’inevitabile lancio di gavettoni, sotto lo sguardo giustamente inviperito degli abitanti dei condomini vicini i quali, con ogni probabilità, ci hanno augurato tante di quelle maledizioni che, se è vero il detto secondo il quale a parlar male di una persona le si allunga la vita, noi possiamo stare tranquilli che fino a 150 anni non prenderemo neanche un raffreddore!!! Ecco, proprio pensando a questi episodi, il nostro timore era che tutto quello che avevamo creato in quel locale fosse arrivato al punto più alto della parabola e, con la cessione del Beautiful ad un’altro gestore, non avremmo avuto la possibilità di mantenere quel livello. Anche per questi motivi, abbiamo accettato la proposta di iniziare una collaborazione con Mauro e la Dani, due ragazzi giovani, sicuramente inesperti e non paragonabili a Beppe ed Ennio per la gestione di un locale, ma che ci davano la sensazione di avere voglia di fare, ci conoscevano molto bene, ci avevano visto lavorare tante volte e, soprattutto, ci garantivano l’opportunità di impostare la serata come piaceva a noi. Certo, anche qui c’erano tante incognite…ok!…noi eravamo conosciuti, ma la gente, che già ci seguiva al Beautiful tutti i mercoledì sera, sarebbe venuta in un altro posto e in un’altra sera, il lunedì, dove c’erano già altre importanti e rinomate situazioni in giro? E i gestori?...sarebbero stati realmente in grado di collaborare con noi per creare quel clima di baracca che serviva per far decollare il locale? L’abbiamo presa come una sfida.. era una sorta di ritorno alle origini, una ripartenza, ma stavolta non proprio da zero.
Vi siete mai affidati ad una agenzia di spettacoli per trovare le serate?
La maggior parte delle persone che lavorano nel campo dello spettacolo si affidano ad agenzie specializzate che procurano loro le serate, contrattano i cachet e pensano a tutto quello che riguarda la parte organizzativa, lasciando all'artista il solo pensiero di esprimere il suo talento. Noi, come già detto precedentemente, abbiamo iniziato ad espandere il nostro giro con il passaparola, già Chris, quando lavorava da solo, si muoveva in questo modo. Suonando,da un posto all’altro, ci e' capitato spesso di incontrare agenti o sedicenti tali che ci hanno fatto proposte…ricordiamo che, al Beautiful, venivano spesso dei personaggi che, con sorrisi a trentasei denti, strette di mano infinite e complimenti agogò, ci lusingavano, chiedendoci di avere l'esclusiva e offrendoci in cambio un piatto pieno di promesse di lavoro, serate straordinarie in locali da mille e una notte con ingaggi da favola…Siccome, però, entrambi abbiamo origini umili, e i nostri genitori ci hanno insegnato quanto costa il sale e che il paese del Bengodi si trova nella fantasia degli illusi, ci siamo sempre limitati a dire, con molta chiarezza: " L'esclusiva non la diamo a nessuno…se ci troverete delle serate, ve ne saremo grati e vi riconosceremo la percentuale che vi spetta." Perché, in fondo, avevamo bisogno di suonare e farci conoscere, quindi eravamo sempre disponibili a valutare le situazioni, anche se non abbiamo mai avuto una estrema fiducia di questi procacciatori di affari improvvisati. Attenzione, non vogliamo fare di tutta l'erba un fascio. Anche in questo campo ci sono i professionisti e i dilettanti. Solo che i professionisti lavorano con i nomi grossi, che per questione di prestigio, non possono andare a contrattare direttamente col locale. Ve lo immaginate Vasco che va in una birreria e, sbiascicando la lingua,chiede : "Oohh...bel locale...ma quand'e' che s' inisia... eeh? Dai..scolta me!...200 sacchi in più e ti faccio anche Albachiara amplaghed?.. dai...oohhh!!!". Improbabile!!! Oppure si occupano delle orchestre, come quelle di liscio, che suonano quasi tutte le sere, vivono praticamente in un pullman tra una data e l'altra e non hanno materialmente il tempo di pensare a tutte le beghe burocratiche. In questi casi e' fondamentale il lavoro del procacciatore, addirittura, può capitare che la notorieta' di un artista dipenda dal fatto che il suo agente sia più o meno capace. C'era uno di Modena che aveva nel suo book alcuni giovani talenti, e quando riceveva una telefonata per un impegno, valutava se ne valeva la pena e, a volte, anche se il calendario era vuoto, diceva che l' artista era gia' occupato per dare la sensazione di avere tra le mani un fenomeno impegnatissimo e strappare un contratto piu' alto alla chiamata successiva. Questi sono i professionisti....poi arrivano i dilettanti, che, senza tanti scrupoli, vanno alla ricerca di qualcuno da piazzare in modo da racimolare un po' di grano!!! Forse noi siamo stati particolarmente sfortunati con le agenzie, o pecchiamo di una innata diffidenza, ma nelle poche occasioni in cui ci siamo affidati alla loro opera, i risultati ci hanno dato ragione. Una sera un agente ci ha mandati a Parma a suonare per una festa di laurea. Bella situazione, gente da soldi, rampolli di famiglie bene, che si sono divertiti e ci hanno fatto grandi complimenti. Apparentemente una serata perfetta, se non fosse che abbiamo scoperto, molto dopo che, il volpino, aveva contrattato un cachet raddoppiato rispetto al nostro solito, in modo da mettersi in tasca un bel po' di soldi in più. Quando ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo chiesto una giustificazione per questo singolare comportamento, consapevoli del fatto che la percentuale per l'agenzia fosse, di regola, il 10 % del cachet. Ci siamo sentiti rispondere con tono quasi offensivo: " Vi abbiamo dato quello che ci avete chiesto…che cavolo ve ne frega della nostra percentuale???". Il fatto è, che questo atteggiamento scorretto, ci ha causato problemi notevoli per diverso tempo, perché si era sparsa la voce che eravamo esageratamente cari e molti preferivano chiamare qualcun’altro ad un prezzo più onesto…che era paradossalmente superiore a quello che noi chiedevamo normalmente!!! Ma ancora peggio è andata un'altra sera, nella quale siamo stati mandati ad Imola, alla " Vie en Rose", una bella discoteca, per suonare ad una festa. L'agente non c'era e al suo posto si è presentata una ragazza che, da come si muoveva, dimostrava di avere una scarsa esperienza nel suo campo…parlava, parlava, ma senza dare un segno chiaro di capire cosa ci stava dicendo…sembrava la cassiera di un supermercato in un convegno di cardiochirurghi. Non era un bel segno premonitore come inizio, anzi, come quando si e' in barca e si vedono dei nuvoloni neri arrivare dal mare, l’istinto suggerisce che bisogna girare il timone e rientrare nel porto, al sicuro, non puntare la prua verso il largo...ma ormai eravamo lì e ci sentivamo sereni perchè avevamo un contratto dove c’era scritto che la nostra prestazione doveva limitarsi a due uscite di circa 20 minuti l'una, in alternanza con un DJ, nelle quali potevamo fare la nostra solita musica e coinvolgere la gente in pista :" Suonate le canzoni del vostro repertorio e fateli divertire!!!" Ci aveva detto l'agente. Siamo entrati nel locale e il titolare ci ha salutati cordialmente, facendoci vedere il palco dove potevamo sistemarci e presentandoci il DJ. Guardandoci attorno, abbiamo notato un arredamento fatto di tappeti, pareti di canne, sombreri appesi qui e là…abbiamo intuito si trattasse di una festa che aveva a che fare col Messico…:" Va beh!!! Metteremo dentro qualcosa di messicano…La Bamba, La Colegiala, i Gipsy King…". E' iniziata la serata e, dopo un intervento del DJ, toccava a noi. Abbiamo cominciato col nostro repertorio, canzoni italiane, straniere…qualche latino. La gente ha riempito la pista, ballavano,cantavano, si divertivano. La prima uscita era andata…il gestore si e' avvicinato e ci ha detto :" Siete bravi, complimenti…mi raccomando, anche dopo continuate così!!! Teniamoli in pista!" E noi lo abbiamo ascoltato. Nella seconda uscita abbiamo dato il massimo e la pista è sempre stata piena. Finita la festa, il locale si è svuotato, noi abbiamo caricato le macchine e ci siamo messi tranquilli aspettando che la sostituta dell'agente uscisse dall'ufficio del titolare per pagarci. Passavamo i minuti e quella porta non si apriva. Il DJ, i barman, i camerieri, se ne erano già andati da un pezzo. Anche gli addetti delle pulizie avevano finito il loro lavoro. Ormai iniziava ad albeggiare e noi passeggiavamo nervosamente nel parcheggio, sperando che quella dannata porta si aprisse e qualcuno ci dicesse qualcosa. Ci faceva girare le scatole ancora di più il fatto che, quella sera, prevedendo un evento particolare e divertente, avevamo portato le nostre donne con noi e, con questo inaspettato ed involontario contrattempo, le stavamo coinvolgendo, loro malgrado, nel lato più antipatico della vita dei musicisti: la stressante attesa di un gestore che faccia dimenticare la stanchezza e gli occhi gonfi di sonno con una manciata di banconote spiegazzate…questa parte della commedia avremmo voluto evitargliela, ma, ormai, eravamo tutti lì, a guardare il sole che cominciava ad alzarsi all'orizzonte e a pensare che cosa si stavano dicendo in quell'ufficio. E, finalmente, la porta si è aperta, il direttore e la ragazza dell'agenzia sono usciti. L'uomo ci ha salutati e, montato in macchina, si è allontanato…la signorina si è avvicinata a testa bassa,e, con un filo di voce, ci ha comunicato che non era stata pagata e aveva discusso per tutto il tempo col gestore perché, a suo dire, questi non era rimasto soddisfatto della serata. " Ma come? Se ci ha fatto un sacco di complimenti?" Lei,ormai nel pallone più totale, col volto tirato e bianco come un personaggio di Tim Burton ne “La Sposa cadavere”, ci ha risposto: " Mi ha detto che nel contratto con l'agenzia aveva chiesto un gruppo musicale che facesse almeno 4 ore di musica messicana…voi siete stati bravi ma non avete rispettato il contratto…quindi non mi ha dato una lira!". " Quattro ore di musica messicana? Ma stai scherzando? Nessuno ci ha mai parlato di questo…ci hanno detto di fare il nostro solito repertorio!". Abbiamo provato a chiedere spiegazioni, ma c'era poco da fare…lei non aveva nessuna possibilità di aiutarci, era il classico pesce fuori dall'acqua!!! " Parlatene col mio capo", è l'unica cosa che ci ha detto per darci un barlume di speranza. Quindi siamo ripartiti con le classiche pive nel sacco e siamo arrivati a casa praticamente per pranzo. Era una domenica. Il giorno dopo Chris si e' recato in agenzia per parlare col titolare, certo che avrebbero trovato un accordo...era sempre stato disponibile e cordiale. Ma quella mattina non trovo' la persona che aveva conosciuto. Aveva cambiato completamente il suo atteggiamento, mostrandosi freddo, irritato e poco disponibile ai chiarimenti. Alle richieste di Chris rispondeva come un disco rotto: " Non ci hanno pagato, quindi non vi possiamo dare niente!!!". "Guarda" ha replicato Chris," A noi non ce ne frega un accidente se non vi hanno pagato. Tu ci hai mandato a suonare, dicendoci cosa dovevamo fare, il tipo di musica e la durata delle uscite, e noi abbiamo fatto tutto per filo e per segno in maniera professionale. Se il gestore voleva 4 ore di musica messicana e voi gli avete venduto un'altra cosa, non e' un problema nostro...tu ci devi dare quello che ci spetta!". E lui, senza neanche guardarlo in faccia gli ha risposto :" Non posso certo pagarvi con i miei soldi...adesso vedremo di fare qualcosa per recuperare, in un modo o in un altro, il compenso dal locale e quando avremo in tasca la somma vi chiamero' per chiudere la faccenda". E infatti, la faccenda l'ha proprio chiusa, perche' quei soldi non li abbiamo mai piu' visti. Ora…pensare di metterci in mezzo degli avvocati, di muovere una causa, per la cifra in questione, non ne valeva la pena, anzi, era da incoscenti puri, quindi abbiamo mandato giu' il rospo e... avanti coi carri. Pero'...da quel giorno,basta agenzie. Ci siamo detti " Da suner gratis ag'la cavam a cateren anc da per nueter!!!".
C'e' una postilla a questa storia...qualche tempo fa, ci ha chiamato un ragazzo che voleva fare due chiacchiere per alcune serate. Chris si e' recato nel suo ufficio ed e' stato accolto con grande cordialita'. " Ho parlato di voi al mio socio, gli ho detto che saresti venuto stamattina...cosi' possiamo discutere insieme di alcuni progetti...è roba grossa e voglio che ti spieghi tutto lui...anzi, strano che non sia gia' qui...di solito arriva prima di me, avra' avuto un contrattempo...e' un po' in ritardo...ho provato a chiamarlo ma ha il cellulare spento...beh...intanto accomodati pure”. Chris si e' seduto su una poltroncina e, nel guardarsi attorno, i suoi occhi sono caduti su un nome scritto nella targhetta sulla scrivania. Allora si e' alzato, si e' rimesso la giacca e, con un sorriso sarcastico, ha chiesto :" Ma...il tuo socio lavorava nell' agenzia Xxxxxx o e' un omonimo?" L'altro lo ha guardato meravigliato e ha risposto: " No...e' proprio lui...lo conosci gia'?". "Si, purtroppo lo conosco e ti posso garantire che stamattina, avendogli detto che io sarei passato da voi, credo sia molto difficile che si faccia vedere in ufficio. Il suo contrattempo durera' finche' io staro' qui...quindi e' meglio che vada. Oggi pomeriggio, quando uscira' dalla tana, digli che io e Giulio stiamo ancora aspettando l'assegno della Vie en Rose...lui sa benissimo di cosa si tratta". E, da quel giorno, non li abbiamo piu' sentiti, ma...meglio cosi', chissa' in quale sperduto posto ci avrebbero mandato a vedere sorgere il sole gratis!!!!
Qual' è il posto più strano dove avete suonato?
Questa è davvero una bella domanda, perché ci offre la possibilità di andare a riaprire quei famosi cassetti della memoria e tirare fuori dei ricordi, soffiare via la polvere che si è accumulata sopra e riportarli alla luce. Ogni tanto capita di vedere delle trasmissioni dove un artista, un attore, insomma un personaggio molto famoso, racconta aneddoti sulla sua vita, legati naturalmente alla sua professione, che, in un qualche modo, svelano aspetti nascosti al pubblico e, per questo, lo rendono più umano e affascinante. Recentemente, in occasione dell' anniversario della scomparsa di Lucio Dalla, in televisione è passato un film documentario sulla sua vita, con interviste, canzoni, racconti inediti, riprese fatte da amici in privato... un paio d'ore di filmato fatto davvero bene, che, mettendo in evidenza caratteristiche poco note, oltre a quelle gia' viste e riviste, mostrava al grande pubblico un artista a tutto tondo, un genio assoluto in aspetti che difficilmente ci saremmo immaginati. Per fare un esempio, il racconto di un concerto nel quale Dalla si era presentato in pelliccia e, aspettando di salire sul palco, mentre la band iniziava lo show, si era beatamente addormentato su una poltrona nel backstage. I musicisti hanno continuato il loro refrain introduttivo, mentre un manager è andato, immaginiamo con quale grado di ansia, a cercare l'artista…lo ha svegliato e lui, come niente fosse è salito sul palco e ha cominciato a cantare, passando con nonchalange dalla fase REM alla lucidità completa!!! Niente di che..era solo il racconto di uno dei suoi musicisti, pero', sapere queste cose di una persona famosa, accorcia la distanza, a volte abissale, che si crea tra noi e loro, li fa sentire più familiari. Calmi, calmi... non abbiamo fatto tutta questa tiritera perché vogliamo creare dei paragoni che potrebbero risultare un "filino" irriverenti, per non dire sull' orlo della bestemmia…ma, nel nostro piccolo, o meglio, microscopico, abbiamo anche noi qualcosa da raccontare. Quando si ha a che fare col pubblico è sempre una sorpresa, perché fa parte del gioco…più persone ci sono, più opinioni e modi di fare si trovano. Alle volte, anche da soli si è indecisi su come comportarsi davanti ad un evento, figuriamoci con tanta gente!!! Basta entrare in un qualsiasi social network…adesso c'è Facebook, la fiera dell' inutilità…no…un momento…è, come tante innovazioni, uno strumento straordinario che mette in contatto immediato tante persone, il problema è che, al 90%, viene usato per raccontare banalità…oggi piove…ho mal di testa….sono al semaforo…ho comprato le scarpe nuove….sto mangiando…Ci vorrebbe un bel : E.. CHISSENE??? di default per ognuno di questi commenti. E' sempre la solita storia…abbiamo tra le mani un mezzo meraviglioso e lo usiamo nel modo più inutile. E noi siamo la razza intelligente che dovrebbe governare il pianeta??? Se sfruttassimo meglio queste risorse, forse potremmo cambiare, a vantaggio di tutti, la nostra societa'. Una volta si organizzavano le rivoluzioni con semplici volantini, adesso, che, abbiamo a disposizione il mondo in pochi click del mouse, ci facciamo i "selfie" o fotografiamo il gatto che dorme!!! Ok...Basta…stiamo entrando in un discorso troppo politico e quindi complicato…è un campo minato nel quale stiamo allegramente tutti...anche noi due facciamo la nostra parte con post spesso discutibili!!!! Torniamo alle nostre avventure. Chris, gia' quando suonava da solo, viveva spesso delle situazioni tragicomiche. Ricorda spesso che, in uno dei suoi primi matrimoni, dove c'era un target di invitati marcatamente partenopei, mentre suonava e cantava, il fratello dello sposo, nonchè testimone di nozze, se ne stava continuamente e inspiegabilmente di fianco alla tastiera, in piedi...come se dovesse esibirsi insieme al musicista, ma fermo e in silenzio...Ad un certo punto, richiamato da un gesto dello sposo, guardò Chris e, con una cadenza degna di Nino D'Angelo ai tempi del caschetto biondo gli disse : " Guagliò...mi devo assendare un poco...tengono bisogno!!! Ce la fai a andare avandi senza 'e me????". Fantastico!!! In un altro matrimonio, invece, capito' che gli sposi lo avvisarono che tra le loro famiglie non correva buon sangue ma lui avrebbe dovuto suonare come se niente fosse perche' si trattava della loro festa e il resto non contava. Risultato? Chris con la tastiera si mise nel centro della sala, davanti al tavolo degli sposi, con i parenti di lei a destra e quelli di lui a sinistra divisi da un paio di metri di spazio...comincio' a cantare con gli sposi che ridevano e scherzavano con lui mentre gli invitati, seri, non si guardavano in faccia, e hanno mangiato e bevuto senza dirsi una parola per tutto il tempo...una situazione irreale!!! Questi sono solo due episodi, successi prima che ci conoscessimo, e di storie ne racconteremo altre , ma il titolo dato a questo capitolo riguarda un fatto che, per la sua particolarita', merita senza dubbio il podio nella nostra personale classifica degli eventi da immortalare. Dunque... eravamo a suonare in un locale vicino a Modena e davanti a noi, c'era una tavolata di ragazzotti belli carichi che, tra canzoni, tigelle e vino in abbondanza, se la sono spassata alla grande. Mentre smontavamo gli strumenti, uno di loro, un po' piu' grande di eta', ci fece i complimenti e presentandosi come un organizzatore di gare di snowboard, chiese il nostro numero di telefono. Dopo alcune settimane ci chiamo' e ci disse se eravamo liberi per suonare in occasione di una competizione all' Abetone." Ma...di preciso com'e' la mossa? Dove dovremmo suonare e quando?" Chiedemmo. " Sara' la prossima domenica...la prima manche sara' intorno alle 10, la seconda nel primo pomeriggio. Voi dovete essere su per le 8, montate gli strumenti all'arrivo e ogni volta che un concorrente taglia il traguardo fate del casino. quando sarà tutto finito, ci raduneremo per bere qualcosa, voi suonerete un po' e poi vi pagheremo e...arrivederci e grazie!!!" La storia ci stuzzico', non avevamo mai fatto una cosa del genere e abbiamo accettato. Per essere all' Abetone alle 8 siamo partiti prima delle 7. Era una domenica mattina di sole, un cielo limpido che piu' azzurro non si poteva e, piu' andavamo su, piu' l' assenza delle nuvole esaltava la bellezza mozzafiato del paesaggio. Una volta arrivati alla baita dove avremmo dovuto montare gli strumenti, ci siamo accorti che non c'era nessuno...la zona dell' arrivo era deserta. Temendo uno di quei pacchi grandi come una casa, ci siamo messi alla ricerca di qualcuno che ci desse indicazioni. Abbiamo trovato un signore che ci ha detto:" Ah, la gara?...Siccome c'e' poca neve, hanno pensato di spostare l'arrivo piu' su...". "E noi cosa dobbiamo fare? Dov'e' l'organizzatore che ci ha chiamato?". Lui, con molta serenita', ci ha risposto: " E' su all'arrivo...prendete la seggiovia e lo troverete la'". A quel punto non c'era tanto da pensare, avevamo i cellulari, ma erano degli ETACS e in quella zona non c'era un barlume di segnale...zero tacche!!! Quindi siamo saliti su una seggiovia e partiti per la zona gara. L'ascesa e' durata piu' o meno un quarto d'ora, la vista era straordinaria, neve e boschi, un po' di freddo ma sopportabile. Alla fine della corsa siamo scesi e ci siamo trovati in mezzo a tanti sciatori, tutti belli attrezzati, che andavano verso le piste. Un addetto ci ha indicato la zona della gara di snowboard, un cancelletto rosso circa trecento metri piu' in basso, in mezzo ad una pista nera. Ora dovete immaginare la scena : noi due, vestiti in jeans, giubbotto tipo chiodo, e Dr. Martens ai piedi che camminavamo sulla neve, in mezzo ad una pista, con gli sciatori che ci schivavano come i paletti di uno slalom, guardandoci come fossimo atterrati da Marte!!! E come dare loro torto???? Finalmente abbiamo trovato il tipo che con un bel sorriso ci ha detto: " Ciao ragazzi, ben arrivati...dove avete la roba???". Noi, superata la prima fase dove pensavamo ci prendesse in giro, o che avesse bevuto una grappa di troppo, abbiamo replicato: " Scusa, ma sei fuori? Quale roba? Secondo te portiamo gli strumenti qui?...e poi, se anche fossimo cosi' incoscienti, dove prenderemmo la corrente?". Lui ha iniziato a pensare e poi ci ha spiegato quello che era successo e che ormai i gatti delle nevi non potevano girare per caricare la nostra attrezzatura. " Non avete una radio grossa a pile?". Ha chiesto. Abbiamo cominciato seriamente a dubitare delle sue facolta' mentali. " No, hai visto l'altra sera che strumenti abbiamo...". E lui: "Non potete portare su la roba un po' per volta, con la seggiovia?". Questa domanda ha fugato tutti i nostri dubbi, eravamo certi, a questo punto, che quell' individuo fosse davvero pazzo!!! Ormai, pero', la gara stava per iniziare e quindi abbiamo stabilito una decisione: visto che ormai eravamo li', saremmo tornati alla baita, avremmo montato gli strumenti e alla fine della competizione, tutti loro sarebbero venuti a festeggiare e ad ascoltare un po' di musica. Bene!!! Assodato che avevamo almeno 4 ore da impegnare prima che la gara finisse, dopo aver faticosamente risalito i trecento metri di pista nera, (..abbiamo ancora la carne greve nelle coscie..), siamo tornati giu' con la seggiovia, abbiamo trovato un ristorantino dove, un piatto di tagliatelle ai porcini e un po' di arrosto, hanno contribuito a ridarci l'energia e rallentare il giramento di maroni per l'inutile levataccia domenicale. Quindi, con molta calma, siamo andati a montare gli strumenti e ad aspettare quella banda di scellerati. Sono arrivati nel pomeriggio, stanchi morti...cotti come wurstel...hanno bevuto un bicchierino, un ultimo brindisi e sono spariti. L' organizzatore ci ha dato i soldi, si e' scusato ancora per l'inconveniente e ci ha salutati. Abbiamo suonato non piu' di 4 o 5 canzoni!!! Quindi ci siamo rimessi in macchina e siamo tornati giu' a valle. Ancora adesso fatichiamo a renderci conto dell'assurdita' di quella avventura, e, ogni volta che vediamo uno snowboard ci viene in mente lo sguardo attonito degli sciatori che, nel bel mezzo di una nera, si sono trovati due Ufo che passeggiavano a piedi come in una vasca in via Emilia. Ma e' stato divertente...e se qualcuno avesse bisogno per altre gare, noi siamo pronti...naturalmente senza sci!!! Ci candidiamo ufficialmente per le prossime olimpiadi invernali!!!
Mamma mia…ma allora era un pubblico di fenomeni!!!
Sono passati diversi anni da quei tempi, ma abbiamo ancora ben stampate nella mente certe performance. Alcune le abbiamo già raccontate, altre le descriveremo in questo capitolo. I personaggi di cui abbiamo parlato nei precedenti episodi, fanno parte di una specifica categoria, quella degli “artisti”. Alcuni di essi fanno della musica la loro ragione di vita, il filo conduttore, un metronomo che scandisce ogni momento della giornata, magari hanno anche un impiego “normale”, ma il fatto di salire su un palco ed esibirsi davanti ad una platea, piccola o grande che sia, è fondamentale, è il motivo che spinge ad andare avanti, per cui vale la pena fare sacrifici inumani…provate a pensare di andare a letto quasi regolarmente alle 4 o le 5 di mattina e svegliarvi alle 7 per marcare un cartellino…non so in quanti resisterebbero. Ma la passione per la musica, come succede per altre passioni, fa apparire leggeri anche dei pesi massimi, fa sopportare anche le pressioni più estreme. Poi c’è un’ altra categoria, che potremmo definire degli “ artisti mancati”. Questi ultimi sono, con tutta probabilità, ancora più singolari perché, se nel primo caso ci si aspetta una certa prestazione, cioè, se uno bravo a suonare la chitarra esegue un brano con la chitarra, lo si applaude e si apprezza il suo talento ma…non ci si stupisce più di tanto…è quello che sa fare!!!. Ma se una sera arriva sul palco un personaggio che normalmente non canta, non suona e sta alla musica come Giampiero Galeazzi sta alla danza classica, prende il microfono e comincia ad esibirsi con un suo personalissimo stile, si rimane perlomeno basiti, con quella sfumatura nello sguardo che vuole dire : “ Ma questo da dove cavolo è saltato fuori??” . Ecco, di questi artisti “inconsapevoli”, ne abbiamo incontrati diversi, tutti, a loro modo, originali. Alcuni, però, hanno lasciato una traccia più marcata e meritano una breve citazione. Come non ricordare, ad esempio, il mitico Baraca Joe!!! Tralasciamo volutamente il suo vero nome, non perché non lo sappiamo…infatti, anche se ci si vede poco, siamo in contatto su Facebook, ma perché il nome ha poca rilevanza dato che tutti lo conoscono con quel soprannome. Baraca Joe era ( usiamo l’imperfetto perché non sappiamo se è ancora così…ma qualcosa dentro ci dice di sì!!), un ragazzo come tanti… se fosse rimasto a sedere tra il pubblico!!!. Invece, ogni tanto si alzava e veniva a cantare con noi. Descrizione dell’elemento: fisico robusto, solitamente aveva un vestito composto da giacca, camicia, pantaloni con orlo alto, alla caviglia, come i giovani di oggi, (ma erano gli anni 90…forse voleva anticipare le tendenze di moda!!) sembrava avesse l’acqua in casa, capelli scuri ben pettinati, e due belle guanciotte da ragazzo di campagna, che facevano da cornice ad un sorriso schietto e aperto. Ma, la figata, era una sottile bottiglietta di metallo, contenente un non ben identificato superalcolico, che teneva nella tasca interna della giacca e, di tanto in tanto, estraeva per farsi un cicchetto con lo stesso stile di quei vecchietti sulla sedia a dondolo davanti al saloon nel Far west. Baraca Joe aveva il suo cavallo di battaglia: “La fera ed San Lazer” una filastrocca bolognese cantata da Guccini, che lui, però, interpretava in maniera davvero originale. A parte il testo, che qui e là veniva ritoccato con termini che, per decenza, non possiamo riferire...era la sua postura che cambiava appena iniziava la strofa. Infatti si inarcava in avanti e, cantando, faceva dei movimenti del corpo sincronizzati col testo, che, nel complesso, davano la sensazione che fosse stato colpito da una improvvisa paralisi spastica!!! Il pubblico era in delirio e tutti aspettavano per cantare insieme a lui le parole del finale, quelle dove la “brota vciaza” sfoga i suoi istinti più intimi su un paracarro…standing ovation generale…degna del miglior Pavarotti nella celebre aria del Nabucco!!! Oltre a Baraca Joe, un altro personaggio veniva regolarmente ad allietare le serate del Beautiful: Giuliano. Fisico asciutto e atletico, jeans e camicia, sguardo furbo e sorriso luminoso, capelli che ancora si illudevano di trascorrere un sereno futuro fatto di schiumosi “sciampi” e passate di pettine, ma che, a guardare bene, avrebbero presto lasciato quella testa per intraprendere una vita propria…Giuliano cantava: “ La suocera Camilla”, un allegro valzerino pescato nell’ ampio repertorio romagnolo, che raccontava le avventure di una bella signora per nulla rassegnata al trascorrere degli anni, la quale, fregandosene altamente di ciò che asseriva la sua carta d’ identità, si ostinava a vestirsi da ragazza moderna e a passare le serate in giro nelle balere per dare ancora una vaga speranza ad arzilli consumatori di pillole blu e coronarie a rischio. C’era una frase all’ inizio di questo brano:” è la mamma di mia moglie…” che Giuliano, forse inconsapevolmente o di proposito, cambiava con: “ L’è c’la vaca di mia moglie…”. Non abbiamo mai capito perché…considerando che non fosse ancora sposato e che la canzone parlasse di una suocera…forse aveva mescolato i ruoli o forse a lui piaceva cantarla così…comunque la interpretava alla grande, come un vero cantante di un’ orchestra spettacolo della Romagna, prendendosi tutta la scena con i movimenti cadenzati tipici dei professionisti del liscio. Un’ altro personaggio che, nostro malgrado, ogni tanto calcava quel palco, era Paolina. Nome da donna ma era un ragazzo, che si faceva chiamare così. Aveva un marcatissimo atteggiamento femminile, persino troppo accentuato. Non alto di statura, fisico normale, per il suo modo di fare poteva essere paragonato ad un Leopoldo Mastelloni de noartri…Un Ivan Cattaneo più giovane!!! Quando parlava aveva una voce profonda, alla Amanda Lear, e un unico e costante argomento…il sesso!!! Per quei tempi era uno veramente avanti, infatti lui faceva outing tranquillamente anche con chi non conosceva, senza problemi…va beh.. non ci voleva certo un genio per capire da che parte della sponda stava!!!! E ci provava con tutti, elargendo sguardi languidi, toccatine e complimenti provocatori. Sul palco era difficilmente gestibile. Come potrete immaginare, la sua passione era Renato Zero, ma la scintilla che lo faceva scattare era “Il triangolo”. Sulle note di questo brano cominciava a dare spettacolo. Microfono in mano, passeggiava sul palco imitando il Re dei sorcini, accarezzando con la mano qualcuno del pubblico, o strusciandosi vicino ai musicisti. Chris, essendo fermo alla tastiera, era, naturalmente, la sua preda preferita e, Paolina, con moine inequivocabili cercava continuamente di distogliere la sua attenzione dai tasti…sempre al limite. Una sera è andato oltre…si è avvicinato al musicista da dietro e lo ha baciato viscidamente sul collo…la musica si è fermata di colpo e Giulio, con un anticipo degno di Gentile su Zico nei Mondiali di Spagna, lo ha preso e portato via dal palco, salvandolo da una sicura frattura del setto nasale. Non abbiamo mai capito, però, una cosa: Paolina asseriva di essere gay, ma era sempre circondato da ragazze e se le spupazzava e palpeggiava in tranquillità, con le mani che sembravano i tentacoli di una piovra che andavano ad appoggiarsi su qualsiasi morbida protuberanza per verificarne la consistenza anatomica… Ci era o ci faceva? Non lo sapremo mai!!!!
Non avete mai pensato di fare carriera nella musica?
Quello che racconteremo adesso, con ogni probabilità, lascerà molti di voi perplessi. Infatti, solo chi ha vissuto queste esperienze, e sono molti, possono affermare che non siamo dei mitomani, gli altri che leggeranno queste righe, temiamo rimangano nel dubbio. Ci sono avvenimenti nella vita, i famosi treni, che ti passano vicino, e tu hai la possibilità di prenderli o perderli, ma ti trovi in una situazione dove l’una o l’altra scelta non dipendono da te. A volte arrivano così veloci che, sfiorandoti, ti trascinano per un pò nella loro turbinosa scia, ti sballottano da una parte all' altra per poi lasciarti andare al tuo destino. E tu, come nel film Sliding doors, ti ritrovi a ripensare ad un fatto che ti è capitato e a come la tua vita sarebbe cambiata se avessi fatto una scelta diversa. OK!!! Lo sappiamo…stiamo parlando troppo, e non si capisce una mazza di quello che diciamo…come due vecchi bacucchi davanti ad un piatto di mele cotte e alla pastigletta di Tavor in una casa di riposo…e poi…chissà che scoperta!!!…queste cose succedono a tutti in ogni secondo della loro esistenza…e allora??? E allora vi vogliamo far rivivere alcune situazioni che si sono viste sul palco del Beautiful Club, riguardanti alcuni personaggi che hanno partecipato, anche solo per un momento, ad una di quelle serate. Come abbiamo già detto diverse volte, tra i tanti che ci aiutavano, per così dire, a dirigere la baracca, vi erano anche dei ragazzi che cantavano, suonavano in una band, o, semplicemente, “ sgangheravano” in una cantina cercando di imitare questo o quel gruppo rock famoso. E noi, come tutti coloro che suonano su un palco, avevamo il grande sogno di fare il balzo, di entrare in quel famoso “giro” che avrebbe permesso di esibirci davanti a platee importanti che cantavano, con noi, le nostre composizioni. Abbiamo conosciuto una persona alla quale piaceva quello che facevamo…sotto suo consiglio eravamo diventati i Beautiful Boys e ogni sera proponevamo qualche brano inedito scritto da Chris. Due di questi, sono entrati nella storia del locale e funzionavano: “Vorrei dirti..” è una canzone romantica, un lentone che faceva sognare le ragazze e le coppie innamorate, mentre “ Isola deserta” con le sue sonorità reggae piaceva moltissimo e faceva ballare. Un gruppo di ragazze aveva pensato di ideare un ballo di gruppo, sottolineando, con le mani e il corpo, le parole del ritornello. Queste, ed altre canzoni le facevamo sia Beautiful sia in altre occasioni, e le abbiamo fatte sentire a diversi guru della discografia pensando: “Funzionano con i giovani del Beautiful…quindi…se tanto mi dà tanto…” e invece, per noi, non c’è mai stata trippa per gatti!!! Forse abbiamo sempre sbagliato campanello o non abbiamo insistito abbastanza…chi lo sa!!! C’erano altri che, come noi, scrivevano canzoni e sognavano di sfondare, di trovare una porta nelle alte sfere discografiche, che si aprisse per ascoltare e promuovere le loro idee musicali. E qualcuno c’è riuscito. Senza fare nomi d’arte…veniva a trovarci, ogni tanto, un bel ragazzino di Sassuolo, di nome Filippo, sguardo spavaldo e occhi di ghiaccio, che suonava in una band con la quale faceva cover dei Police e altri brani rock. Era molto bravo e dotato, sapeva stare sul palco e la sua voce era straordinariamente simile a quella di Sting. Un giorno Chris, che stava mettendo a posto l’arrangiamento di una canzone inedita, lo ha incontrato in uno studio di registrazione di Nonantola e, scambiando quattro chiacchiere, Filippo gli ha detto che stava preparando un provino per fare Castrocaro. Beh…da quel momento non lo abbiamo più avuto tra gli ospiti del Beautiful…quel provino è andato bene, ha vinto Castrocaro, è andato a Sanremo presentando una canzone strana, che parlava di una carpa... in un fiume…boh!!! Comunque da lì la sua carriera è decollata come un missile!!! E c’era un’ altro personaggio, che spesso saliva per cantare qualcosa con noi…cioè…in verità noi non cantavamo proprio, perché lasciare la scena a questo artista era d’obbligo. Graziano, un nome che, nella zona, vuole dire una cosa sola: rock dentro l’anima!!! Chi lo sente cantare in inglese, se non lo conosce, non può rimanere impassibile senza avere almeno un sussulto e farsi la domanda “ Oddio…Bruce Springsteen!!!”. Perché non è che canta come il Boss, ma per una sorta di osmosi, deve avere le sue stesse, identiche, corde vocali, forgiate con la ghisa…è una roba impressionante!!! Naturalmente questo lui lo sa bene e nei suoi concerti si muove proprio come il suo idolo e, esattamente come lui, non si stanca mai. Sono memorabili le sue performance dove, dopo ore di concerto saluta il pubblico con un: “Grrazzzie gggente!!! Vi faccio un’ altro pezzo ancora!!!!”. E continua come se avesse appena iniziato la serata!!! E quando canta in italiano l’effetto è ancora più straordinario, perché spinge con tale forza le parole nella membrana del microfono che dai woofer viene fuori tutta la grinta della sua voce roca, che fa drizzare i peli nel collo alla gente. Anche un brano come Rimmel di De Gregori, cantata da lui, diventa un’altra cosa, un’altra canzone…no…non stiamo bestemmiando e abbiamo il massimo rispetto per il grande cantautore romano, ma è un po’ come succedeva una volta a Sanremo, quando cantava un artista italiano e poi la stessa canzone veniva interpretata da uno straniero…chi se lo ricorda, converrà con noi che la differenza c’era e come!!! Graziano trasuda rock puro...è un vero e proprio animale da palco!!! Ebbene, nonostante queste sue notevoli doti, ha provato in tutti i modi ad inserirsi nel mondo della musica, ha inciso dischi, ha partecipato a diverse produzioni, ha collaborato con Elio e le storie tese per fare diverse registrazioni, ha composto l’inno ufficiale dell’ Inter che viene cantato allo stadio Meazza ad ogni partita (…non siate banali con facili battute…che uno di noi è molto sensibile!!!), ha prestato la sua voce per spot televisivi nazionali, e, nel frattempo,con un gruppo di amici ha fondato i Rocking Chairs suonando dappertutto canzoni composte da lui. Sono andati a registrare negli Stati Uniti dove lavoravano i big del rock…Cioè…non è stato ad aspettare il famoso treno seduto sulla poltrona…si è dato da fare!!! Beh…nonostante questo, non ha ricevuto dal mondo discografico quel successo che meritava pienamente. Davvero… ogni volta che lo vediamo o lo sentiamo esibirsi, ci chiediamo come mai ci sono in giro delle mezze calzette che non sanno neanche come si tiene un microfono e questo fenomeno è ancora qui, davanti a poche persone, a farsi scoppiare le vene giugulari e ruggire le parole come un leone ferito. Misteri della vita!!!! Ad altri è andata meglio...per esempio, una sera si è avvicinato al palco un signore e ci ha detto: “ Ragazzi, io ho due bimbi, i miei figli, che vorrebbero suonare qualcosa…possono?” e noi :”Alla grandissima!!!”. Sono venuti sul palco questi due bimbetti…uno alla batteria e uno alla fisarmonica. Se ricordiamo bene, ci siamo lanciati in un genuino Battagliero ed è stato un successo. Sono passati diversi anni e Daniele, il fisarmonicista, è diventato il leader di una delle orchestre spettacolo più richieste della zona. Nel suo genere, ce l’ha fatta anche lui!!! Ma torniamo a Graziano…perché nel suo gruppo suonavano, come detto, alcuni amici, un chitarrista, un bassista e un batterista. Quest’ ultimo si chiama Robby e, quando veniva al Beautiful, succedeva una cosa che, ancora adesso, è perlomeno singolare. Allora… la cuoca Palma portava fuori alcune pentole e tegami di diversa misura e lui se le sistemava come se fossero pezzi della sua batteria: cassa, rullante, timpani…e c’era anche l’aggiunta di due ragazzi che reggevano un paio di coperchi da usare come piatti. Quindi si metteva a sedere e, con due cucchiaioni di legno, cominciava ad accompagnare le canzoni che noi suonavamo, creando un backgroung di percussioni degno di una band sudamericana. Ormai era diventato un vero e proprio cult…Robby che ammaccava le pentole!!! Ci siamo sempre chiesti se poi la Palma le avesse riutilizzate!!! E quando non suonava i tegami, si lanciava in esilaranti imitazioni di Anna Oxa, o della grande Wanda Osiris cantando: “ Ti parlerò.. d’amooor…” con un candelabro al posto del microfono, facendo la passerella sui tavoli e scendendo le scale a braccia aperte come la “divina”…Una sera sono venuti lui, il bassista e il chitarrista, e, insieme a Chris, hanno accompagnato un cantautore romano, Marco Conidi, che aveva appena fatto Sanremo e stava cercando un gruppo. Questa formazione sembrava funzionare e sono nate alcune date anche interessanti…poi…tutto è sfumato da un giorno all’altro come gli amori dei dodicenni. Ma come accade in alcuni rarissimi casi, alla famosa dea cade per un momento la sua mitica benda e, in quell’attimo, davanti alle sue pupille, ci sei proprio tu!!! E’ successo che il rocker n°2 d’Italia, Luciano Ligabue, è rimasto senza band perché, in un lampo di genio, il suo gruppo storico gli aveva comunicato che avrebbero tentato la carriera da soli…( un po’ come se la moto di Valentino Rossi decidesse di correre senza il pilota sopra, pretendendo di arrivare al traguardo!!!). A questo punto, il Liga, si è guardato attorno e, per non perdere tempo, ha cercato una band composta da musicisti già affiatati…che non avessero bisogno di conoscersi, per iniziare a provare subito le canzoni per la sua tourneè, e ha scelto proprio i Rocking Chairs, naturalmente senza Graziano ( e lo capiamo…vocalmente non c'è partita…e il Liga non poteva permettersi un corista con la nitroglicerina nella gola!!!). Ed ecco che, in un lampo, come in una delle più classiche favole disneyane, Robby, dalle pentole della Palma, si è ritrovato a suonare su palcoscenici giganteschi, in stadi pieni di decine di migliaia di fan che :”Urlano contro il cielo!!!!” Porte che si chiudono…e portoni che si aprono!!!!
Abbiamo capito che non c' era una scaletta...ma, quali erano le canzoni piu' richieste?
Da quando sono musicalmente insieme, i due hanno sposato una filosofia che era propria di Chris fin dai suoi primi, timidi, passi sui palcoscenici, che e' quella di scegliere un repertorio basato sulle canzoni che piacciono alla gente. La loro forza e' quella di tenersi continuamente aggiornati sulle hit del momento, per far vivere agli ascoltatori un effetto di radio live, che piace moltissimo, unito all'inserimento di brani, diciamo cosi', storici, quelli dei mostri sacri della musica. Creando una equilibrata alchimia tra questi due generi il risultato e' perfetto!!! Non sono certo gli unici al mondo a lavorare in questo modo, ma, hanno alcune, importantissime, differenze rispetto a tanti. Per prima cosa, quando eseguono una canzone che non e' una di quelle ai primi posti nella loro personale playlist preferita, non la cantano tappandosi il naso, anzi, aumentano l' enfasi dell'esecuzione come se fosse il brano piu' bello del mondo. Seconda cosa, sono aperti a qualsiasi richiesta, quindi possono cantare " Message in a bottle" dei Police, e poi mixare con " Il pulcino Pio", saltando allegramente da un genere all'altro senza problemi apparenti. Spesso scelgono in modo chirurgico questi intrecci per creare un effetto "mash", cioe': cantare una canzone con la base musicale di un'altra...Alcuni Dj, ultimamente, lo fanno nelle radio o in discoteca, utilizzando apparecchiature sofisticate, campionatori, computer...Chris e Giulio lo facevano gia' dagli inizi degli anni 90 con il solo ausilio di una tastiera Roland E20 e una chitarra Fender!!! Altra cosa che li ha sempre distinti e' il loro straordinario "effetto sorpresa"… in qualsiasi momento, puo' accadere qualcosa di particolare. Ad esempio, mentre suonano un pezzo, può capitare di interromperlo perche' ne iniziano un'altro...oppure si fermano improvvisamente perche' vogliono sottolineare, con una battuta, una frase del testo che ha un certo risvolto comico...oppure semplicemente perchè dicono "Ok...basta! Questa canzone ha gia' detto tutto quello che c'era da dire...adesso cambiamo pezzo...anche perche' dopo un minuto e mezzo le canzoni rompono i maroni!!!". Puo' anche succedere che Giulio debba dire qualcosa a un cliente o salutare un amico che sta entrando, o, ancora, comunicare a tutti che c’è un compleanno o com'e' finita una partita o cosa ha fatto lui la sera prima...bene!..Non c'e' nessun problema!!! Gira una delle casse verso i suoi ascoltatori e inizia a parlare, come si trovasse allo Speakers’ Corner in Hyde Park a Londra...mentre Chris, impassibilmente continua a suonare, oppure si mette in pausa come un mangianastri per poi ricominciare, come niente fosse, dal punto in cui aveva smesso. Ma una caratteristica che li rende quasi unici e' quella di ospitare degli amici sul palco, e farli esibire magnificando le loro doti, come se fossero questi i protagonisti dello spettacolo. E tra tutti quelli che si sono alternati di fianco a loro, non si puo' iniziare che da...
Bixio
Bixio e', anche lui, un ragazzo proveniente dalla famosa “busa”. Era il cantante, il frontman del gruppo dove suonava Giulio, la Custom Band. Dare una definizione di questo personaggio risulta estremamante complicato, perche' bisogna fare i conti con un rarissimo mix di doti artistiche, originalita', ironia, banalita' e senso di protagonismo...ecco… Bixio è tutto questo… al cubo ( no...non c'entra niente con quello che i maligni dicono riguardo alla forma della scatola cranica dei reggiani!!!). Solo un bravo e bizzarro sceneggiatore riuscirebbe a creare un personaggio come questo, magari facendo provini su provini e esaminando migliaia di candidati. I genitori di Bixio ci sono riusciti in pochi secondi!!!. Lui ha fatto dell'eclettismo la sua scuola di vita. Avete presente "Un americano a Roma", del grande Albertone Sordi, dove un ragazzotto si atteggia, parla e si veste come i suoi idoli ammmericani...whazzanagana!!!, Bixio ha sempre fatto una roba del genere in un modo cosi' naturale che tutti i suoi amici non si sono mai stupiti. Solo che lui si è sempre atteggiato a fasi, come la luna ( ah...dopo torneremo a parlare della luna!!!). C'e' stata la fase Grease, dove lui si vestiva come il protagonista Danny Zuko, con i jeans a risvolto sopra le calze bianche, gli anfibi o scarpe da ginnastica, maglietta bianca e chiodo rigorosamente aperto, capelli brillantinati e lucidissimi con ciuffo alto che curvava verso l'occhio fulminante, basette modellate alla perfezione, occhiali Ray-Ban scuri e, naturalmente, la sigaretta pendente nell'angolo della bocca pronta per essere accesa con un colpo di magia eseguito con lo Zippo....Immaginatelo, davanti ad un microfono a cantare Proud Mary o Pretty woman...( scusate...per essere precisi : Pvud Mevi e Pvitti Uman...dovete sapere che la natura ha creato Bixio senza il cromosoma delle R, che e' stato scalzato da quello delle V...ma questo, che per altri potrebbe essere un difetto, e' un'altra delle staordinarie particolarita' che lo distinguono). Il periodo Grease e durato un bel po', poi e' arrivato il suo grande amore : la fase Fred Buscaglione. Togliendo i jeans, il chiodo, gli anfibi, ha ricostruito la sua immagine ispirandosi all'icona degli anni 50...pantaloni classici abbondantemente piu' larghi del normale, a vita altissima, si potrebbe dire vertiginosa...scarpe bicolori che, ogni volta che un negozio di calzature ne vende un paio, stappano un Moet come fosse capodanno...camicie che, quando va bene, sono bianche, altrimenti presentano delle fantasie cosi' allucinanti, psicadeliche, che sembra di essere davanti ad uno di quei quadri tridimensionali che andavano tempo fa, dove ci dovevi “entrare” con gli occhi, fissando un punto indefinito...la camicia, a seconda del clima, può essere sostituita da una canottiera a coste da camionista o da burino degli anni 60 che con la sua 600 se ne va al mare…, giacca abbondante con immancabile fazzoletto nel taschino e baffetti alla Tiberio Murgia nei Soliti ignoti. Questa è la tenuta da tutti i giorni...poi si tira a spigolo vivo per le serate e allora...spettacolo!!! Ha, perche' non e' mai piu'uscito da questa fase, dei completi gessati di vari colori, dal nero, al bianco, al granata ( forse per questioni di tifo calcistico per la Regia)....quando afferra il microfono, non un normale SM58, ma uno di quelli grossi, argentati, da vero crooner, e, con gli occhi semichiusi e ammalianti canta : "Gvavda che luna...gvavda che maveee...." sembra di essere trasportati nel tempo in uno di quei cabaret dove le nuvole di fumo avvolgevano donne fatate e dallo sguardo languido e uomini in smoking che le corteggiavano. Bixio portava e porta sul palco questa atmosfera...ancora adesso, col suo gruppo, Le simpatiche canaglie, con un repertorio fatto di swing e jive e bravi musicisti vestiti come si conviene ad una big band, gira i locali facendo ballare la gente con i grandi classici di questo genere. Al Beautiful, invece, veniva coinvolto in esibizioni indimenticabili, a duetti irripetibili, inframezzati da battute e frecciatine velenose fra di noi che andavano dai commenti sulla statura di Chris, alla pronuncia dell'inglese maccheronico di Giulio....meraviglioso!! Il pubblico applaudiva le sue interpretazioni di “ Una lunga storia d’amore” o “ Blue suede shoes”. Ma una delle canzoni che DOVEVA cantare, perche' richiesta a gran voce da tutti...e non lo facevano scendere dal palco se si rifiutava... era : "La me mama". Dovete sapere che con la Custom Band avevano l' abitudine di creare delle canzoni ironiche partendo da spunti diversi. Per esempio, c'era una canzone," Checco blues" dedicata ad un amico un “pochino” su di peso...oppure " Vag a stender..." presa da " Love me tender" di Elvis Presley...o anche " S' ago' na vous acse'..." ispirata a "Wonderful world" di Luois Armstrong. Una di queste perle artistiche, pero', ha avuto un diverso percorso. Questa canzone, in dialetto reggiano, parla delle doti culinarie di una mamma rezdora che accudisce suo figlio con tipiche prelibatezze."La me mama"...inizia: "Finalmeent, la me maaaama, l' ha ma fat i caplett....cun la panaaa.....”e poi " i turteel cun la socca e al pulaster col limoun."...per finire dicendo "e me mson impii com un nimel!!! Un brano che dimostra come i componenti di questa banda di scellerati siano " Nustran com al paciuug" come direbbe Prospero, un cugino della Chicca!!!. Capito' che, insieme ad un gruppo locale, i Toro Toro Taxi, capeggiati dall' impareggiabile Angelo Torelli, decisero di fare una incisione, di mettere su un disco le loro canzoni, da un lato un i Toro Toro Taxi, dall' altro la Custom Band. La canzone, scritta da Giulio sulla musica di " When a man loves a woman" di Percy Sledge non era depositata alla Siae per il testo, quindi hanno usato il codice di Chris che e' iscritto come compositore e autore, e l'hanno incisa. Da quel momento, un po' perche' questo disco ha girato...Chris ha sempre detto che era in vendita in tutti i migliori negozi di dischi della Veggia....( cioè: 1 !!! Mondo musica di Mario Torelli, fratello del cantante dei Toro Toro Taxi...), un po' perche' noi, facendo tante serate e matrimoni, l'abbiamo inserita come pezzo fisso nel nostro repertorio, la canzone e' diventata un emblema, un cavallo di battaglia. Quindi, sia Bixio, con la sua potente e calda voce, sia Chris, suo indegno autore, che la esegue alla Michael Bolton, hanno fatto sì che tanta gente l'abbia imparata e la richieda....e noi la facciamo come se fosse la prima volta!!!! Aneddoti su Bixio ce ne sono a valanga...talmente tanti che non si possono scrivere tutti, alcuni davvero meritano, ma varrebbe la pena ascoltarli direttamente dalla sua voce...per esempio, quello di quando hanno suonato a Napoli, e lui, terrorizzato dalla fama criminale di questa citta', continuava a dire : “Vagaas, stom unii....che che' is maseen!!!”...oppure episodi da tifoso di curva, rivolto a Marulla, un calciatore, ex reggiana, ormai non piu' giovanissimo :" Mavullaaa...bastaaa... tan ved che too fiool l'e' movt ed vceeva!!!!". E ce ne sono tantissimi altri, ma non li scriviamo...Se quacuno di voi avesse la possibilita' di chiedere a lui o a Nuber, il batterista che adesso suona con noi, garantiamo diversi minuti di male al diaframma per il troppo ridere! Una, pero' la dobbiamo raccontare, perche' e' storica. Immaginate una tipica festa di paese, palco con pista da ballo per il liscio, odore di cucina, di fritto, qualche bancarella che propone acquisti dalla dubbia utilita'. Bixio e la Custom band, iniziano a suonare il loro repertorio blues e rock, davanti ad una sparuta platea di anzianotti che li guarda quasi schifati. Ad un certo punto, lui, nell' illusorio tentativo di conquistare la scarsa simpatia del pubblico, comincia a schioccare le dita su un refrain musicale particolamente cadenzato e proclama " Dai...vagaass.....cioccate tutti le dita insieme a me!!!" Attimo di silenzio e poi dalla semivuota platea si sente una voce maschia che risponde minacciosa " E...sa tiressem di saas, chi ciocchen li stess???" Questo e' il vero rock, ruspante...senza finzioni, dove basta una chitarra e due persone che ascoltano per fare un concerto...dove si puo' apparire, a volte, fuori di testa per come gestisci la tua vita, la tua persona, i tuoi sentimenti e il rapporto con gli amici, ma rimani cosi'...sempre in equilibrio precario in un mondo di incertezze, convinto che basti un nuovo tatuaggio, un bicchiere di qualche torcibudella e un palco dal quale dedicare un’ultima canzone ad una biondina e salutare tutti con un: “ Gvazie mille, mille gvazie!!!”. Questo e' il grande Bixio! Ma non è finita…perché ha un figlio, John ( come John Travolta…!!! ) che è il suo clone…a dimostrazione che le leggi di Mendel non sono aria fritta. Quindi… la storia continua…. E la luna...cosa c'entra? Adesso entriamo nel paranormale o meglio nella psicopatologia... Una sera d' estate, Chris, fissando una enorme luna piena ha convinto Giulio che alcune delle macchie scure del satellite, se guardate attentamente, ricordavano, la faccia di Bixio...con il ciuffo e gli occhiali scuri. Beh, Giulio, ancora adesso, dice di vedere questa immagine nella luna, Chris, che beve molto meno di lui, non e' piu' cosi' convinto!!! Siamo messi cosi!!!
Allora…cominciamo a fare un po’ di nomi?
Pensiamo proprio di sì. Abbiamo tirato un po’ per le lunghe il discorso sulla nascita del duo, per far capire il contesto in cui è nata questa collaborazione, ma ci sembrava doveroso dare delle spiegazioni, anche logistiche, perché crediamo che tutto questo abbia avuto un peso notevole. I ragazzi che ci seguivano, e, ancora adesso vengono a sentirci suonare e sbaraccare in qualche locale, sono tanti ed è molto difficile ricordare o scrivere di ciascuno…questa premessa è doverosa perché, visto che in quelle sere eravamo come una grande famiglia, non vorremmo dimenticare nessuno. Siccome, però, questo dipende dal livello di rincoglionimento che ci assale…temiamo di non riuscire nell’intento!!! Allora facciamo così: noi scriveremo le cose che abbiamo ancora impresse nella mente e cercheremo di aprire tutti i cassetti della memoria ma, se qualcuno vuole aiutarci a riportare alla luce episodi o personaggi che abbiamo tralasciato, può inviarci una mail e collaborare con noi alla stesura di questo blog…diventerà, se lo vorrete, un lavoro a più mani, e sarà divertente ripercorrere un cammino fatto insieme, guardandolo anche da altri punti di vista. Adesso cominciamo…e ci sembra doveroso mettere sotto i riflettori la persona che è stata l’artefice del nostro primo contatto…
Mario
Di Mario abbiamo già detto qualcosa in un capitolo indietro. Chi lo avesse incontrato non poteva non notarlo. Fisico imponente, non proprio atletico, ma neanche gigantesco. Una via di mezzo tra un buttafuori e Bruto, il rivale in amore di Braccio di Ferro. Quindi come potete ben immaginare, all’interno di una fumosa birreria di provincia, la sua era una presenza di sicuro ingombrante, che avrebbe potuto incutere soggezione e timore a chiunque…ma…bastava guardarlo negli occhi, per capire che si trattava di un Grande fratello buono come il pane. Tra i personaggi del libro Cuore, lo si potrebbe paragonare a Garrone, il ragazzo più grande e possente, che non sia arrabbiava mai ( o quasi…) ed era sempre pronto a mettersi in prima fila se qualcuno avesse avuto bisogno. In effetti, a pensarci bene, non lo abbiamo mai visto incazzato davvero, anche perché, se fosse successo anche una sola volta, le conseguenze le avremmo sicuramente ricordate, ma le avrebbe ricordate di più quello che si sarebbe trovato tra le sue manone!!! Mario… Marione, per via del suo fisico, o “Mario er capo”, come lo chiamavamo tutti, perché ha sempre avuto un dono in parte regalatogli dalla natura e un po’ costruito con gli anni : non c’è una situazione che lui non riesca a gestire al meglio. E’ uno che conosce tutti, che in un attimo ti organizza una cena al mare o un cambio d’olio alla macchina da un meccanico bravo, ti trova un muratore che ti aggiusta la casa e si accontenta, oppure ti mette in contatto con un ortopedico per farti fare una radiografia….Uno così non può che chiamarsi: “er capo…Mario er capo”!!! A proposito di medici: doveva fare un intervento al menisco…bene! Se sei un qualsiasi pincopallino, prenoti, vieni ricoverato e subisci l’intervento sperando che vada tutto bene. Per Mario,invece, le cose sono andate in maniera diversa: si è recato in ospedale, ha parlato con un medico che conosceva, hanno stabilito insieme come era meglio procedere e, in sala operatoria, durante l’intervento, ha voluto il monitor del chirurgo rivolto anche verso sé, per poter seguire attentamente tutte le fasi dell’intervento e, nel caso, dare qualche consiglio al medico riguardo a che cosa andare a mettere a posto dentro la sua capsula sinoviale!!! Al Beautiful non era un cliente, era qualsiasi cosa…spostava i tavoli se c’era bisogno di allungare una tavolata o li toglieva via per creare la pista da ballo, organizzava i gruppi di clienti, aiutava con le ordinazioni, teneva a bada chi esagerava con l’alcool, accompagnava gentilmente all’uscita chi faceva troppo l’”asino”. Quando arrivavamo, spesso ci aiutava a scaricare le macchine, portando casse e strumenti sul palco,solo che, nel breve tempo in cui noi salutavamo lo staff, lui aveva gia svuotato i bagagliai!!! Una forza della natura!!! La cosa che ci ha sempre stupito, è l’incredibile rapporto inverso che c’era tra la sua presenza fisica e la sua agilità…è chiaro che quando si muoveva qua e là la sua mole si faceva sentire, ma, se si metteva a ballare era tutta un’altra cosa!!! Aveva il suo “stile”, è vero, e non certo da ballerino della scala,ma dava la paga a tanti sgarzulli taglia 46!!! Non si fermava mai, e quando gli altri erano cotti, lui cominciava a carburare…faceva anche delle gare di liscio e andava anche forte, in pista…il Marione!!!! Per noi era il guidatore, l’autista… corriere, ambulanze, camion del “rusco”…guidava tutto ciò che avesse le ruote e un volante. Spesso organizzava la mangiata di pesce in riviera, naturalmente in un ristorante che lui aveva già recensito di persona ( tipo guida Michelin ), con noleggio autobus e, come se non bastasse, capatina in una discoteca a finire di stordirsi…tutti tranne lui, perché lui era l’”autista”, che riportava tutti a casa felici e contenti…”Mario er capo organizzation”!!!! E’ l’unico che ci chiama col cognome : “ Di Mezzo…cosa mi prendete per una serata? Però…beda veh…bisogna ca fedi a mood”!!!...Meglioli…dai movet c’andom!!!, E quando ti parla, o ti chiede una cosa devi stare moooolto attento, perché ha sempre avuto alti livelli di adrenalina, anche nelle corde vocali e se ti distrai non riesci a stare dietro alle sue parole. Il momento magico di Mario, quello che tutti i frequentatori del Beautiful ricordano con un groppo alla gola, era quando, ad un nostro segnale…di solito bastava un’ occhiata, partiva la sigla.” UFO ROBOT…UFO ROBOT…”. A quel punto lui e altri due o tre energumeni prendevano una ragazza, la malcapitata di turno (possibilmente con la gonna), e la sollevavano sopra le loro teste, a pancia in giù, con le mani avanti e le gambe tese facendole fare più volte il giro del locale, mente noi cantavamo…”si trasforma in un razzo missile..”.Il compito più importante lo aveva quello che, da dietro, teneva su le gambe, perché, a richiesta, poteva allargare la sua presa per offrire ai nostri occhi qualche secondo di spettacolo “extra”!!!! Il giorno che Mario ha sposato la sua fidanzata Adele è stato storico!!! Contrariamente a quanto succede in tutti i matrimoni, dove alcuni, per impegni o altro, fanno la classica telefonata per dire che non riescono ad esserci, in quello, con molta probabilità, sono intervenuti anche ospiti non invitati!!! Ufficialmente eravamo circa 400, noi naturalmente, tra una portata e l’altra, abbiamo pensato alla musica, ma tanta gente così in quel locale non c’è mai stata…ed è un posto dove suonano le migliori orchestre…ma quel giorno si sposava Marione…e chi se lo voleva perdere!!!!! Che spettacolo!!! Un capodanno eravamo a suonare all’OK CLUB di Cervarolo. Preventivando orari disumani, abbiamo prenotato da dormire in un albergo di proprietà di un amico ( di Mario…), a Febbio, un paese poco lontano. Per farla breve siamo andati a letto alle 8.00 di mattina. Eravamo tre coppie: Chris e la Chicca, Giulio e la sua morosa Barbara, Mario e Adele. Le camere, però, erano 2…una matrimoniale e un’altra simile dove avevano messo anche un letto a castello. “ Chi prende quella da 2 ?”. Per fare una cosa “regolare” Giulio ha proposto di mettere dei biglietti con i nomi delle coppie in un cesto e di tirare a sorte. Oh..Incredibilmente hanno vinto lui e Barbara!!! Giulio non ha mai ammesso di aver imbrogliato, ma in Corea del Nord ci sono votazioni più oneste!!!! Comunque due piccioncini soli in una camera e quattro polli nell’altra. Adele e la Chicca hanno preso il letto matrimoniale, Chris e Mario quello a castello ( Chris sopra..! ). Appena si sono tolti le scarpe, in particolare, un paio di stivali camperos che Mario aveva tenuto ai piedi tutto il giorno, si è creato un clima anestetizzante ed il silenzio è regnato…tutti si sono addormentati…poi la Chicca si è alzata, si è avvicinata piano piano al letto a castello e ha sussurrato a Chris:” Vado in bagno a truccarmi…sono le 16.00…così torniamo a casa per cena!!!”. E si è chiusa in bagno. Chris stava già pensando di alzarsi quando ha sentito la voce rauca di Marione sotto di sé “ Ma…dove sta andando la Margherita??? Perché si è svegliata??” risposta: “ E’ andata a truccarsi…sono le 4 di pomeriggio…dai che ci alziamo!!!” “ Ma..sa dit? Non sono neanche le 10??” Infatti…, la Chicca aveva appoggiato l’orologio alla rovescia sul comodino e leggendo male l’ora, si era convinta fosse già pomeriggio…quindi è uscita dal bagno vestita, truccata e pronta per andare…ma tutti gli altri avevano “ girato gallone” e lei, capito l’equivoco,si è rimessa a letto così com’era…triste e rassegnata!!! Quanto l’abbiamo presa in giro!!! E Marione ci metteva il carico e le diceva: “ Sarai mica stanca? Mo indo ghivet d’ander?” e se la rideva…Quel giorno abbiamo fatto una foto, diventata poi un quadro puzzle, dove noi due dormiamo, uno a destra e uno a sinistra, tra le sue braccia, un quadro che ancora Chris conserva gelosamente…perché è un flash che ci rappresenta in pieno: Chris e Giulio, coccolati teneramente da quello che li ha creati…il nostro grande fratellone Mario!!!
Quindi, la “baracca” non era solo musica…c’era dell’altro?
Quante volte sarà capitato di imbattersi, casualmente, di solito a tarda notte, facendo noiosamente zapping col telecomando, (…apriamo una parentesi, stile Giulio : perché le cose più interessanti le trasmettono di notte ad orari ignobili ?...per vedere qualcosa di qualità superiore bisogna aspettare che finiscano le trasmissioni per la massa… come succedeva un po’ di tempo fa su Triveneta!!! …che si andava a letto tardi, si facevano dei bei sogni e si andava a scuola, il giorno dopo, con i prof. che, guardando i nostri occhi da triglia lessa, pensavano “ poverino…sarà stato sveglio tutta la notte per ripassare storia!!!”…che tempi!!!....chiusa parentesi .)…dicevamo…capita di rivedere film o trasmissioni dove ci sono diversi protagonisti, ognuno con le sue doti e caratteristiche. Pensiamo ai vecchi varietà, Canzonissima, Drive in, che venivano concepiti come un contenitore dove c’era un artista leggermente più in vista, che presentava, circondato da altri autentici fenomeni che si inserivano nella scena creando uno spettacolo inimitabile. Oppure alle vecchie pellicole delle comiche, dove, Stanlio e Ollio o altri, erano sempre coadiuvati da altri comici importanti. Per restare in Italia, ricordiamo Totò, che lavorava sempre con attori e spalle di grandissimo talento, o il grande Renzo Arbore che con Quelli della notte, o Indietro tutta, ha inventato un modo di fare televisione nel quale ha sempre dato spazio all’estro e alla fantasia di artisti che poi hanno continuato con successo la loro personale carriera. I registi e gli sceneggiatori sanno che, unire tanti talenti, se si riesce a mantenere il giusto equilibrio e non si gioca a chi è più bravo, porta al successo assicurato. E’ una regola basilare del mondo dello spettacolo che funziona sempre. Non a caso, i cinepanettoni, Zelig, Colorado e così via, prevedono un cast pieno di artisti diversi. Ecco, al Beautiful, con le evidenti differenze del caso (… non vorremmo essere ricoverati in un reparto per mitomani esaltati!!!), succedeva qualcosa del genere. Chris e Giulio guidavano il carro, suonavano, cantavano, coinvolgevano il pubblico ( spesso in spettacoli infamanti…come si possono non ricordare tutti quei poveri ragazzi innocenti, costretti a cantare "Nella vecchia fattoria…ia, ia ohh"!!! Per fortuna molti di loro erano inebriati dai fumi dell’alcool e quindi hanno rimosso il trauma…), ma su questo carro poteva salire chiunque. Di conseguenza, ogni mercoledì sera ci poteva essere una sorpresa…non c’era niente di precostruito, sia sul palco, sia in sala, e in qualsiasi momento, poteva capitare il colpo di scena!!! Va da sé che, dopo un po’ di tempo, si era creato un clima familiare tra la gestione, i musicisti e il pubblico, che coinvolgeva anche quelli che entravano per la prima volta nel locale…dopo il primo impatto, capito l’andazzo, ritornavano sapendo di far parte di un gruppo particolare, di non essere solo semplici spettatori che assistono passivamente alla performance di un artista. E in quasi 8 anni di serate non ci siamo mai fermati …a dire il vero, ricordiamo due volte particolari in cui abbiamo interrotto lo show…una volta perché seguendo, in diretta tv, le notizie da Bagdad relative alla prima guerra del Golfo, abbiamo smesso di suonare nel momento in cui c’è stato l’inizio dei bombardamenti. La seconda volta, invece, siamo stati improvvisamente fermati da Beppe, che è salito sul palco, incazzato nero, ha preso il microfono e ha chiuso la serata dicendo:” Basta!!!,Visto che c’è chi non rispetta le cose degli altri e crede di fare quello che vuole…il locale stasera chiude!!! Fuori!!! Tutti a casa!!!”…Noi siamo rimasti allibiti e con noi tutta la sala che stava ballando…Era successo che un simpatico ragazzo, ( non ci siamo mai spiegati per quale misterioso motivo…), aveva avuto la brillante idea di salire con i piedi sulla cassetta dello sciacquone in uno dei bagni, rompendola col suo peso e staccando i tubi idraulici, causando, quindi, un allagamento di mezzo locale. In questi due casi, abbiamo fatto un break...sicuramente, ci sono stati altri mercoledì dove uno dei due non era in forma e l’altro ha fatto la serata da solo o con qualche amico. Vi abbiamo raccontato alcuni fatti che abbiamo ancora bene in mente ma ne sono successi tanti e sappiamo che dobbiamo mettere alla prova quel poco che resta della nostra sostanza grigia…spremere le meningi per cercare di ricordare gli episodi accaduti e le persone conosciute in tutti questi anni…ma ci proveremo. E per farlo, non ce ne vogliano gli altri, ( perchè questa non è una classifica…), iniziamo da alcuni personaggi che hanno fatto la storia del locale, e, che ancora adesso, quando possono, compatibilmente con gli impegni, le famiglie e i figli, mollano tutto e vengono a fare una sbaraccata da qualche parte con noi per rivivere, almeno per una sera, quella incosciente spensieratezza che si aveva quando i capelli in testa ( per chi ancora ne ha…) erano un pò meno grigi e l’animo notevolmente più leggero e libero dai pensieri….
Chi veniva a sentirvi? cioè...che gente c’era al Beautiful?
Ogni locale, da sempre, ha cercato di creare un giro di gente per avere i tavoli pieni e fare cassetto. Oggi, anche se ci sono meno soldi nelle tasche, abbiamo una infinità di sistemi per creare e pubblicizzare un evento, internet, i social network, che sono strumenti straordinari e praticamente gratuiti e accessibili da chiunque con i quali un concerto, una cena o qualsiasi cosa uno abbia in mente può essere comunicato in pochi secondi agli amici. Una volta tutto questo non era neanche immaginabile…forse solo Steve Job stava provando ad assemblare qualche circuito elettrico mordendo una mela nel suo garage…,quindi, si navigava un po’ a vista, nel senso che si usavano tutte le armi pubblicitarie adatte allo scopo, e quella che funzionava sempre, e ancora adesso funziona, è il passaparola. Come raccontato precedentemente, quelli che c’erano la prima sera ne hanno parlato, di volta in volta la gente aumentava e il gioco era fatto!!! Ma il pubblico del Beautiful non era un pubblico normale…cioe’, si mangiava, si beveva ( tanto!!! ), si cantava e si ballava, si “faceva gli asini”…insomma, si faceva tutto quello che fanno i normali gruppi di giovani quando escono. Allora cosa c’era di tanto speciale in “quei” giovani? A questo punto, scusate, ma dobbiamo fare un piccolo escursus sulla geodemografia dell’Italia…state calmi…dura poco, poi tornano gli infermieri ci fanno la punturina e ci calmiamo!!! Allora…per una sorta di disegno divino, o movimenti tettonici della crosta terreste o per pura combinazione, la provincia di Reggio Emilia si trova quasi nel punto di equilibrio ,circa nel baricentro dell’Italia…già questo fatto basterebbe per giustificare e comprendere la tipologia della sua popolazione. In più dobbiamo considerare che il reggiano medio è una persona semplice, senza tante balle, che si porta dentro, con orgoglio, tutte quelle tradizioni della civiltà contadina, abituata a lavorare con le braccia, a portare a casa la sudata pagnotta e a valutare le cose così come le vede, senza ricamarci sopra tanti romanzi. Non a caso, qui il lambrusco è davvero brusco!!!, il parmigiano è il vero reggiano!!!, e, per volare ancora più alti, qui è nato il Tricolore!!! Questo è il reggiano medio…ma, tra tutti i reggiani dobbiamo distinguere un ceppo particolarmente “originale”….quello che si trova nell’area geografica che va da Dinazzano e Scandiano. Se percorrete la statale da Sassuolo, verso Reggio Emilia, vi accorgerete che, dopo il cartello di Dinazzano, la strada subisce una depressione, un avvallamento..." na busa ! " ,per usare un inequivocabile termine dialettale. Non si può dire perché, ma tutti quelli che vivono in questa zona hanno una specie di marchio nel DNA che li distingue da qualsiasi popolo mondiale. Ognuno, preso di per sé, è un personaggio particolare, ma tutti hanno in comune quel “qualcosa” che ti fa dire : “questo viene da lì!”!!. Come se " la busa " fosse un enorme vortice che trascina verso il basso le personalità più originali…Bene, Giulio, sebbene la sua famiglia avesse origini montanare, abitava a Casalgrande, che, guarda il caso, è nel centro di questa famosa zona.(tutto torna!!!). Un ragazzo onesto, grandissimo lavoratore, che molto presto si era dovuto tirare su le maniche e fare l’uomo di casa per accudire la mamma Italina. Una persona sincera, con un innato, fortissimo senso dell’altro, attento sempre a capire le situazioni e trovare il modo migliore per risolvere i problemi. L’amico che tutti vorrebbero avere…e lui di amici ne ha sempre avuti tanti, perchè le amicizie le ha sapute coltivare, quelle vecchie, sentendosi o vedendosi, quelle nuove con una infinita quantità di messaggi, whatsapp e post su facebook. E’ l’organizzatore perfetto, a cui non sfugge niente…lo chiamiamo “ Taranta “, perché, quando deve controllare e sistemare i tavoli prenotati nei locali, non sta fermo un secondo…telefona, messaggia, sposta i tavoli, le sedie, controlla i nomi…insomma sembra morso dal ragno salentino…ma è fantastico!!! Nella vita ha fatto di tutto…il commesso, l’operaio, l’allenatore di pallavolo…e tra le altre cose, ha iniziato a suonare la chitarra, ha studiato per quello che gli bastava e poi ha cominciato a farsi le ossa sui palchi. Suonava anche in chiesa… attratto, forse, più che dal fervore della fede, da coriste particolarmente attraenti... lo stesso succedeva con le pallavoliste…diciamo che univa l’utile al dilettevole!!!, Per molti assomigliava a Bruce Springsteen…ed è un pò vero. Recentemente, ad un concerto del Boss a Roma, alcuni fans lo hanno scambiato per lui !!! Ha fondato insieme ad alcuni amici la Custom Band, un gruppo di rhythm & blues che faceva dell’ottima musica, con tanto di sezione fiati e un formidabile frontman alla voce di cui parleremo più avanti…Quando lo ha conosciuto, anche Chris, nonostante abbia spesso la testa nelle sue cose e un carattere diverso rispetto a Giulio, che lo porta ad essere più riservato, al limite dell’egocentrismo nei confronti della gente, ha subito capito che straordinaria persona era quello sbarbatello che strimpellava Sweet home Chicago… era quello che non era lui, la sua parte mancante, non una semplice spalla, ma un alter ego insieme al quale poteva cambiare in meglio il suo modo di gestire le serate, poteva fare cose diverse, c'era un' altra voce, un' altro strumento e la possibilità di giocare a stuzzicarsi e prendersi bonariamente in giro l'uno con l' altro alla stessa stregua delle più famose coppie del varietà, cosa che, nei localini di allora, era una assoluta novità. L’approdo di Giulio sul palco del Beautiful fu una calamita fortissima che attirò e convogliò nel locale tutti i suoi amici e questi chiamarono i loro…tanti personaggi, uno più incredibile dell’ altro…un pubblico da sogno!!!!
Ma, praticamente, cosa succedeva al Beautiful?
In effetti, questa è una delle tante cose che ancora oggi salta fuori quando ci troviamo. Noi continuiamo a suonare sempre, sia come duo Chris e Giulio, sia come altre formazioni, e giriamo tanti locali…facciamo serate dove la gente si diverte ma ogni tanto la scatta la domanda: “Ma…riusciremo a ricreare l’atmosfera che c’era al Beautiful?”. La risposta è molto difficile, perché, senza andare a scomodare filosofi o teologi, possiamo fare un esempio molto più vicino alla nostra esperienza…attenti : se un pianeta è abbastanza grande da generare un campo magnetico, se è alla distanza giusta da una stella, in modo da avere una temperatura che oscilli entro certi parametri, se nella sua atmosfera sono presenti alcuni componenti chimici fondamentali, succede una cosa miracolosa…nasce la VITA!!!. Calma, calma…adesso torniamo a volare bassi…però possiamo dire, in base alla nostra piccola esperienza, che in quel locale vi è stata una straordinaria concomitanza di fattori che ha permesso la nascita di un evento che è durato quasi 8 anni e che, attualmente,, è difficilmente ripetibile. Il primo di questi fattori è il locale. Il Beautiful, come già detto, era una normale birreria come se ne possono trovare tante in giro, ma con una differenza fondamentale che la rendeva unica: la gestione e lo staff che vi lavorava! Beppe ed Ennio avevano visto come si muove un locale di successo; dentro al Picchio Rosso, tra gli anni ‘70 e ‘80, erano passati i numeri 1 della musica e dello spettacolo italiani e stranieri, e loro avevano capito quali erano le dinamiche per fare, di quattro mura e qualche tavolo, un locale che muova una grande massa di gente. Quindi si adoperavano continuamente per mettere a proprio agio i clienti, davano spazio alle iniziative che potevano funzionare da attrazione, come mettere dei fari di un certo tipo o piazzare degli schermi televisivi in cui si potesse collegare una telecamera che riprendeva e diffondeva quello che succedeva in sala e, soprattutto, davano carta bianca e sostenevano in qualunque modo i musicisti esaltando le loro performance. Attorno a loro giravano alcuni collaboratori che lavoravano in piena sintonia con la direzione, come l’Anna, la moglie di Beppe, una tipica " rezdora"reggiana, che passava dalla cassa alla cucina, dai tavoli, dove aveva una battuta dialettale per tutti, al ripostiglio per prendere la scopa e pulire da qualche parte. La Palma, infaticabile cuoca…chi ha mangiato la sua gramigna o le caramelle alla panna o una semplice insalatona non ha bisogno di ulteriori commenti…ogni tanto veniva fuori dalla sua cucina, in una nuvola di vapore, per poter vivere, anche lei, qualche secondo di baldoria nella sala grande. E che dire di Franchino…un metro e mezzo di energia, riusciva a servire mezza sala piena, si muoveva tra un tavolo e l’altro come uno slalomista olimpico…tutti lo chiamavano: “ Franco..la mia birra!!!...Francooo, arriva il mio panino???...Franchinoooo!!!” E lui stappava una bottiglia qui e consegnava un primo là, poi prendeva un ordine da un altro…sempre col sorriso da bimbo felice stampato in faccia…se doveva dirti una cosa spesso aveva delle esitazioni e balbettava, ma le sue gambe filavano veloci come un frecciarossa. Il secondo fattore è la musica, o chi si occupava di far divertire il pubblico. Al Beautiful hanno suonato anche altri musicisti, Dj, ma quello che succedeva al mercoledì con Chris e Giulio era indescrivibile…loro avevano instaurato un rapporto con il pubblico tale che ognuno si sentiva, in qualche modo, protagonista della serata. La formula, di per sé, era quanto di più banale si possa immaginare…mettevano sulla tastiera uno di quei chiodi lunghi che usano i pizzaioli per tenere in fila le comande dei clienti, e chiunque avesse una richiesta, si alzava e la infilava nello spillone. Quindi loro suonavano quello che capitava, strappando il biglietto, passando in scioltezza dai dagli U2 a Raffaella Carrà, da Shine on your crazy diamonds a Montagne verdi…e tutto eseguito come se si trattasse dei loro cavalli di battaglia, come se il copione della serata fosse stato provato e riprovato. E invece non provavano mai !!!, Lo hanno fatto diventare un loro punto di forza… tutto quello che usciva da quelle povere casse acustiche era pensato e fatto sul momento, senza filtri…loro erano e sono ancora così!!! Ma la cosa stupefacente era che i due erano sincronizzati perfettamente su quello che succedeva sul palco, anche quando non si guardavano direttamente in faccia. Capitava spesso ( e capita ancora, per fortuna ! ), che Giulio si avvicinasse a Chris per suggerigli il prossimo brano, in base alle sue sensazioni, e che Chris lo avesse già pronto come se avesse inconsciamente avvertito la stessa esigenza. Credo non ci siano tanti musicisti in giro che hanno questo Fil Rouge mentale che ti permette di capire quello che sta pensando l’altro. Tutto qui, insomma, i musicisti giusti nel locale giusto…una formula che faceva andare fuori di testa centinaia di persone ogni settimana…ma manca il terzo, importantissimo fattore che rendeva magiche le serate del Beautiful: il pubblico!!!
Come vi siete conosciuti?
La risposta a questa domanda merita un passo indietro per far capire che aria tirava.Per chi aveva l'età per uscire alla sera, agli inizi degli anni 90 c'erano alcuni locali a tra Modena e Reggio Emilia, che non erano esattamente delle discoteche o locali da ballo, ma posti dove i ragazzi potevano mangiare qualcosa e poi continuare la serata ascoltando musica e ballando. Locali da " baracca ". Adesso ce ne sono tantissimi,dappertutto, allora invece qualcuno ci provava timidamente, ben sapendo che la concorrenza dei ristoranti e delle discoteche era molto forte. La cosa incredibile è che si era creato un giro di pubblico in questi locali in serate particolari, come il lunedì o il mercoledì...cioè non proprio nel weekend!!! Bene! tra questi c'era una birreria di Castellarano dove bisognava prenotare con una settimana di anticipo per poter entrare al mercoledì perchè suonavano Chris e Giulio : Il mercoledi " da baracca " del BEAUTIFUL CLUB. Il Beautiful era una birreria come tante altre, gestita da Beppe e Ennio, un barman e un tuttofare che si erano fatti tanta esperienza lavorando al Picchio Rosso (...fate un minuto di raccoglimento per una delle più belle discoteche d'Italia abbattuta dalle ruspe per fare posto ad un centro commerciale!!!!). Una sera Chris, insieme alla sua " morosa" Margherita ( la Chicca... ), decise di andare a bere qualcosa lì. Chris in quel periodo stava suonando un pò dappertutto, passava da ristoranti dove faceva pianobar, locali dove cantava Child in Time dei Deep Purple versione pianoforte e voce a clienti che mangiavano la pizza o american bar dove, in un angolo buio suonava il piano a coda e cantava canzoni richieste dall'avvocato ubriaco o dal fighetto che offriva champagne alla sgallettata di turno. Niente di strano per chi fa il musicista, ma è normale che ci si guardi attorno per trovare altre opportunità. Quella sera Chris fece conoscenza con Beppe e, tra un discorso e l'altro, saltò fuori una proposta : " Ah..tu suoni?...bene, se ti va, possiamo provare a far qualcosa al mercoledì...c'è una stanzetta nel locale, vieni con la tua attrezzatura e fai quello che vuoi!!! " Chris viveva a Formigine, provincia di Modena...il Beautiful era in provincia di Reggio Emilia. Chi abita da queste parti dell' Emilia sa che cosa vuole dire...e poi era un locale dove non conosceva nessuno e nessuno sapeva chi era lui. Ma quelle parole magiche " fai quello che vuoi..." erano molto più che allettanti, rappresentavano la possibilità mai avuta di gestire una serata senza regole e imposizioni...era un salto nel buio ma un'occasione da prendere al volo, e Chris, dopo aver riflettuto qualche secondo, rispose : " Ok...ci vediamo mercoledi!!!"
Il mercoledì arrivò e Chris si sistemò su un palchetto che Beppe ed Ennio gli avevano preparato. La stanza poteva contenere si e no 4 tavoli e il numero degli spettatori non arrivava a 15...beh...non proprio esaltante come impatto...ma era l'inizio e Chris lo affrontò prorpio come aveva in mente, a briglia sciolta, cercando di coinvolgere i ragazzi che aveva davanti e quelli che facevano capolino dalla porta per vedere cosa succedesse....si inventava degli scherzi musicali, come, ad esempio, cambiare il ritmo a sorpresa o cantare in modo volutamente stonato una canzone. La serata andava avanti, la gente si divertiva, cantava, partecipava e qualcuno si mise anche a ballare. Alla fine Chris era soddisfatto, Beppe, Ennio e lo staff della birreria gli fecero i complimenti, ma quello che più contava è che quei pochi che c'erano chiesero " Quando torni ?"...oh...sei bravo sai?? , Beppe non ci pensò due volte, mise una mano sulla spalla di Chris e disse : " Mercoledi prossimo! sarà di nuovo qui!!" La prima era andata!
La settimana dopo gli spettatori ritornarono e portarono degli amici, e si cominciava a creare un ambiente particolare, il karaoke non era ancora approdato dalle nostre parti, quindi, per i giovani, era fantastico trovare un posto dove chiunque poteva prendere un microfono e provare a cantare perchè c'era un musicista che lo accompagnava e lo aiutava e il gestore non si faceva problemi se uno saliva sul tavolo e si metteva a ballare. Arrivò il mercoledì successivo e la saletta non bastava più per contenere la gente che voleva entrare e partecipare alla "baracca". Poi succese una cosa che Chris non si aspettava...Beppe lo avvisò che il locale doveva chiudere per qualche settimana per alcuni lavori e questo un pochino lo preoccupava...Forse ci ha ripensato? Chissà..magari qualcuno non gradisce tutto quel casino che facciamo? Si salutarono e Beppe, con un mezzo sorriso sotto i baffetti, gli sussurrò: " Vedrai...ho in mente una cosa...ma è una sorpresa!". " Sì, sì " pensò Chris, " intanto sono a casa, non si suona e non si guadagna! Proprio adesso che stava prendendo piede...va beh! vedremo! "
Le settimane passarono e arrivò il momento di ricominciare al Beautiful. Quando Chris e la Chicca entrarono ebbero la sensazione di essere in un' altro posto. Il locale era completamente cambiato...Beppe aveva fatto abbattere i muri divisori delle stanze, lasciando al loro posto delle colonne e aveva creato una sala unica con il palco centrale!!!! Nella vita ci sono delle persone che si accontentano, non vogliono fare un passo in più del normale, chissà..., forse per paura di sbagliare, forse perchè ascoltano quella vocina dentro che ti consiglia di tirarti indietro, di non essere all'altezza...Beppe non era certamente uno di questi. Aveva visto, in quelle poche serate, che poteva cambiare qualcosa. Lui, che era sempre stato dietro ad un bancone di un bar a sorridere e fare cocktail, vedendo i titolari che contavano i soldi, aveva un sogno, e forse, quel biondino capellone dietro alla tastiera gli aveva fatto scattare la molla. Chris era a bocca aperta e non smetteva di guardarsi intorno. " Ti piace? " chiese Beppe ridacchiando. " Vacca boia...è enorme!!! " rispose Chris, mentre con lo sguardo fece caso ai bigliettini piegati sui tavoli con scritto dei nomi. " Sono tavoli prenotati? " chiese. " Certo! " rispose Beppe, " Zio Valser...nella stanzetta non ci si stava più, allora ho aperto tutto...dai vai a montare la tua roba che stasera ci divertiamo!!! ". E' difficile descrivere lo stato d'animo di un musicista che vede una sala piena di tavoli con la prenotazione. Oh..., sia chiaro..., non stiamo mica parlando del Madison Square Garden, però, sapere che quei ragazzi hanno tenuto un tavolo perchè si divertono, si trovano bene nel locale, vuol dire che quello che stai facendo ha un senso e le tue capacità sono apprezzate...ti fa sentire bene!!!! Da quella sera ci fu un cambiamento totale della situazione, Chris, con una tastiera, un microfono, mixer e casse da 120 watt gestiva una sala che, volta per volta si riempiva sempre di più. Arrivava gente da tutte le parti, qualcuno cominciava a chiedere il tavolo per la settimana dopo, perchè dalle 22 all' una di notte il locale esplodeva...si cantava, si ballava qualsiasi cosa Chris suonasse...era uno spettacolo!!!
Di gente ne arrivava tanta e si erano creati dei gruppi con alcuni "elementi" che, ormai, sapevano come andava la serata e con cori, richieste e tutto quello che veniva in mente, partecipavano attivamente alla baracca . Una sera, Mario, uno di questi personaggi, si avvicinò al palco e, parlando alla velocità della luce, chiese : " C'è un mio amico che ha la chitarra in macchina...poi fargli suonare qualcosa con te? ". Chris aveva suonato con tante persone, e veniva da una esperienza con un sedicente bassista insieme al quale aveva formato un duo facendo diverse serate in giro e avendo anche un notevole riscontro di pubblico. Questo idillio, però, era miseramente sfumato quando, all' insaputa di Chris, l'altro si era venduto tutto l'impianto. Sciolta in malo modo questa ultima collaborazione, aveva deciso che, per suonare a quel livello, bastava la sua tastiera e la sua voce, non c'era bisogno di altri cioccapiatti!!! Tuttavia, per il suo particolare modo di essere, non rifiutava l'invito di qualcuno che volesse esibirsi, con lui o anche da solo. Quindi, un pò per questo motivo, un pò perchè Mario superava i 100 chili, rispose : " Ok...dai, fallo venire! "
" Ciao, mi chiamo Giulio! ". Si presento' così. Un ragazzo giovane, tutto per benino, capello corto...sembrava più un catechista di parrocchia che un musicista. Aveva un piede ingessato per cui, aiutato da Mario, si mise a sedere in un angolo del palco e imbracciò la chitarra. Chris lo guardo e gli fece :" Ok, Giulio...io inizio a suonare...tu stammi dietro! ". E iniziò la serata...Chris passava da un pezzo all'altro e Giulio suonava senza particolari problemi, e, anche quando, per una insita e innocente bastardaggine che tutti gli artisti hanno, che è quella di voler mettere alla prova il pivello, Chris esasperava la tecnica, gli stacchi, le velocità e le tonalità delle canzoni, Giulio riusciva a seguirlo, a stare sempre sul pezzo...sembrava che leggesse contemporaneamente al tastierista la partitura astratta di tutto quello che lui aveva nella testa. Alla fine della serata Chris gli diede la mano e si complimentò quasi scusandosi per i salti mortali che gli aveva fatto fare sulla tastiera della chitarra, Giulio, un pò arrossendo chiese: " Ti disturbo se torno anche la prossima settimana? ". Chris gli sorrise e, mentre smontava il reggitastiera, gli disse: " Io sono qui tutti i mercoledì...quando ne hai voglia, prendi con te la chitarra e vieni a suonare!". La scintilla era scattata !!!
Era una sera di marzo del 1991...ooh! 24 anni fa!!! Come si fa a raccogliere tutti i ricordi, gli episodi, e scriverli su un foglio ( elettronico in questo caso )?? Soprattutto se il tuo mestiere non è fare lo scrittore e non hai mai tenuto un diario??? " Dobbiamo prenderci il tempo per scrivere la nostra storia!!! "...Quante volte ce lo siamo detti!!! E intanto gli anni passano e i ricordi, come si sa, sfumano...tuttavia, credo sia importante riavvolgere il nastro e provare a rivivere delle situazioni, buttarle giù così come vengono, anche se non in ordine strettamente cronologico, perchè non è questa la cosa importante. Alcuni diranno : ma c'era davvero bisogno di perdere tempo e mettersi a scrivere queste cose??? Beh...in effetti, me lo sto chiedendo anche in questo momento, potrei mettermi le scarpette e andare a fare qualche chilometro di corsa...ma ormai sono qua e vado avanti. 24 anni...sono tanti!!! 2 musicisti, tanta passione, tanti amici...una storia che sembra un film, nata quasi per caso e vissuta senza contratti, senza segreti e, credeteci o no, senza mai una discussione!!! In tempi come questi, dove tutto è mordi e fuggi, dagli amori ai rapporti di lavoro, dove spesso anche le amicizie sono di facciata, di convenienza, " finte come i polli del supermercato " ( questa è dell' Elly!! ), mi sembra giusto raccontare qualcosa di diverso...la nostra storia. " Dobbiamo prenderci il tempo..." ...Beh...intanto comincio io!!!!